DOMANDE, DOMANDE,SEMPRE DOMANDE


foto di m.fedele


Quando ero piccolo,mio nonno mi regalò la mia prima enciclopedia,l’unica che non ho dimenticato: si intitolava il Libro dei perché..Ognuno del suoi volumi era formato da<<libri>> diversi:il libro dei racconti fantastici,il libro delle gesta eroiche,il libro delle grandi esplorazioni,il libro della natura,il libro della magia e della scienza E ciascuna di queste sezioni,illustrate stupendamente,offriva eloquentissime lezioni sulle cose più diverse,raccontava storie e descriveva paesaggi. Una delle mie preferite si intitolava<<il libro dei perché>>e rispondeva a una gran quantità di quesiti,i più disparati:perché l’acqua bolle,perche le barche galleggiano,perché i gatti vedono al buio,perché in lontananza le montagne sono azzurre,e così via. A malapena ricordo le risposte di questo favoloso questionario e quelle che mi tornano in mente alla mente forse le ho imparate dopo,in studi meno grati. Ma ciò che non mi cancella dalla memoria è la soddisfazione che mi procurava la cadenzata vertigine delle domande. AH,il piacere di domandare non per sapere,ma per sapere che si può domandare!
La storiella che vi ho raccontato ha un’altra morale che si fa al mio sopranome:domandare filosoficamente significa domandare allo scopo di mettere in discussione colui che crede di sapere o che vuole che si accetti ciò che sa. La qual cosa non  implica affatto che io curiosone sappia più di lui;quest’inclinazione per le domande al fine di sfuggire alla rete di certezze stabilite senza però aver fretta di sostituirle con altre è tipica di Socrate nei primi dialoghi platonici A volte si domanda al fine di sfrondare certezze limitanti che ci circondano per far breccia nella loro dittatura apparentemente infrangibile. I dogmi non sono indiscutibili,ma occlusivi:impediscono il libero gioco dei nostri sensi e la libertà della nostra ragione. il dogma non si dà quando si afferma<<è così e basta>>ma quando si pretende di imporre quella cosa come vera. In tale situazione diventa necessaria la sfida perché la certezza indiscutibile decretata di autorità,a cui non sono giunto grazie al mio sforzo sono comode. Quando mi dicono, che Dio ha fatto il cielo e la terra in sei giorni e che devo amare il prossimo mio come me stesso,io filosofo impertinente domando PERCHE’.Ma la risposta più bella che mi ha fulminato tanto tempo fa è stata quella di Alberto SORDI NEL FILM IL MARCHESE DEL GRILLO:<<PERCHE’ IO SO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO>>  
                                                                                                                                  mik                                            



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