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Visualizzazione dei post da agosto, 2011

SUD Eastern 00°00'N 38°30'E

photo R.Salvaterra
Quando si viaggia nell’angoscia, a chiunque può succedere qualsiasi cosa. E piu difficile fare un insetto che una balena. Adattamento, sull’invisibile passaggio di Caino in un corteo di simulacri.
L’illusione dell’essere ti porta spesso a considerare di essere unico, e crateri che eruttano, vomitando il sole, stupiti davanti ai geni di un giardino davanti alla luna… e Bob Marley con la sua malattia che annaspa su binari d’impossibilità e di oblio.
 Quanti siamo noi, si chiede il mago?
Europei, africani, Congobelga tutti ragazzi e ragazze fuori .Siamo i padroni del villaggio . Stanotte si bruciano i sogni. Oggi è festa dello spirito                                                                                                                                                                  Miksocrate

BENVENUTI IN OCCIDENTE




photo by A.Tàppero






Ho bisogno di Africa, con i suoi orizzonti infiniti, dove lo sguardo è libero, senza competizioni. Follie umane si annidano nel mio cervello. Mi manca l’oceano con il suo grido di vendetta che ridonda di vita.
Vedi: un uomo deve avere rispetto del suo passato, forse anche del suo orgoglio, … ehhh aspettando un Messia, un amore per non pensare, diventare una scimmia ubbidiente, remissiva e ammaestrata, OK …lo so questo è il mondo. TV. . PC ,Lavoro senza guadagnare quel reddito sufficiente a pagarti le spese,situazioni per le quali si usano termini preconfezionati (crisi,disoccupazione, statistiche) ecc. Tranquillo che domani sarà diverso, OK.
Hanno fatto della mobilità la civiltà. Mi costringono a muovermi in binari predefiniti. Come godo, quando si bloccano le strade, quando gli aeroporti sono fermi, sono gli unici cinque minuti in cui tutti sono  obbligati a pensare.
La ragione mi porta a comportamenti non accettati dal branco. Grandi uomini con altri ideali m’ingannano e la profondità del mio io è inarrivabile; e insisto con i rumori,  gli odori e gli sguardi che possono cambiare il  mondo.
Le città di macchine m’inchiodano a qualcosa che non esiste nella natura. Occhi persi a controllare auto in colonna a un semaforo, naso intasato da odori fatti dal PIL e il frastuono di crescita obbligata. Money,odore di morte.
E’ un documento di denuncia: siamo figli non naturali,della "civiltà" Si consiglia di conservare il prodotto in luogo fresco e asciutto. Mi sento un articolo da supermercato usa e getta . Nulla è più misterioso della mia anima. Uomo come si conserva? Non voglio più combattere, non voglio più giocare mi rifiuto di fare la vittima mi arrendo. E via, e vai, vai, come un ragazzo, con sentimenti d’inganno e di forza spaventosa. Come una tigre in gabbia, avanti e indietro, avanti e indietro Perso in gallerie di macchine in cui non è più possibile giocare. Ehhhhhhi….i  pensieri che mi vengono. e vengono come fiumi impetuosi, e guardo questa città e tristemente mi accorgo che qualcosa è cambiato .
                                                                                                                                               
                                                                                                                                                           Miksocrate

SOGNARE O NON SOGNARE QUESTO È IL PROBLEMA


Il dormire è la discontinuità che rende sopportabile la vita.



photo by A Tàppero



sognare
L’individuo che si alza al mattino dopo una notte di sonno ha l’impressione di cominciare un’altra vita, ma Se non ha dormito, non ha cominciato un bel nulla. Le otto del mattino saranno come le venti di sera del giorno precedente, il che cambia la prospettiva di vedere le cose. Forse il sognare è il segreto dell’uomo, ed è questo che rende la sopravvivenza sopportabile. Io Sono convinto che se all’umanità fosse impedito di sognare non durerebbe un secondo e la storia finirebbe, Sognare, ossia contemplare noi stessi mentre si dorme, significa in pratica anche se interiormente, vivere, desiderare, litigare, viaggiare, fare  l’amore eccetera.cioè vivere in un’altra dimensione di irresponsabilità A chi ci osserva giacere beati e sereni gli sembreremo in apparenza come morti, mentre contrariamente al risveglio ci ricorderemo quelle avventure e le confronteremo con i fatti e le esperienze di ciò che chiamano realtà, pur sapendo a modo, nostro che, anche i sogni sono reali e, anzi, che è questa seconda realtà che fa vacillare la prima. Noi crediamo di sapere che sono due cose distinte, anche se la caratteristica del sogno e che è vissuto come se fosse reale. E allora?La realtà non sarà mica un sogno? Purtroppo mi mancano prove attendibili della mia veglia, ma potrei provarle e come? In molti modi, ma potrei ugualmente sognare anche tutte le prove fatte a tale scopo. Siamo sicuri che la veglia sia più lunga e duratura del sogno e fino a che punto siamo innocenti di ciò che facciamo dormendo?E se non siamo responsabili di quello che facciamo nel sogno, fino a che punto siamo responsabili di ciò che desideriamo quando sappiamo, di essere (svegli)?Ma se possiamo sentire, e soffrire quando gli altri ci vedono debitamente immobili e apparentemente morti. Chi ci dice che siamo vivi? Forse se non sognassimo dall’inizio del nostro tempo, non avremmo concepito la possibilità o perfino la probabilità di avere esperienze dopo la morte,
Ora torno per terra e butto lì alcune considerazioni. La prima e forse l’unica e che nessuno si annoia mentre sogna, e una differenza non da poco. Quindi se siamo annoiati siamo svegli, (teoria di Mick) e quello che chiamiamo IO non e altro che il nostro rappresentante nella vita reale.  Sto sognando o son sveglio?   Se non sognassi, forse non avrei fantasticato sulla vita oltre la morte, e il sogno che mi ha dato la facoltà di creare questo blog ma contempo realmente devo assolutamente evitare che il tutto assomigli a un sogno, perché allora diventerebbe posticcio L’irrilevanza della vita davanti alla maestosità del sogno SOGNARE O NON SOGNARE QUESTO È IL PROBLEMA.                                                       

                                                                                                                                                                                Miksocrate




mf

DOMANDE, DOMANDE,SEMPRE DOMANDE


foto di m.fedele


Quando ero piccolo,mio nonno mi regalò la mia prima enciclopedia,l’unica che non ho dimenticato: si intitolava il Libro dei perché..Ognuno del suoi volumi era formato da<<libri>> diversi:il libro dei racconti fantastici,il libro delle gesta eroiche,il libro delle grandi esplorazioni,il libro della natura,il libro della magia e della scienza E ciascuna di queste sezioni,illustrate stupendamente,offriva eloquentissime lezioni sulle cose più diverse,raccontava storie e descriveva paesaggi. Una delle mie preferite si intitolava<<il libro dei perché>>e rispondeva a una gran quantità di quesiti,i più disparati:perché l’acqua bolle,perche le barche galleggiano,perché i gatti vedono al buio,perché in lontananza le montagne sono azzurre,e così via. A malapena ricordo le risposte di questo favoloso questionario e quelle che mi tornano in mente alla mente forse le ho imparate dopo,in studi meno grati. Ma ciò che non mi cancella dalla memoria è la soddisfazione che mi procurava la cadenzata vertigine delle domande. AH,il piacere di domandare non per sapere,ma per sapere che si può domandare!
La storiella che vi ho raccontato ha un’altra morale che si fa al mio sopranome:domandare filosoficamente significa domandare allo scopo di mettere in discussione colui che crede di sapere o che vuole che si accetti ciò che sa. La qual cosa non  implica affatto che io curiosone sappia più di lui;quest’inclinazione per le domande al fine di sfuggire alla rete di certezze stabilite senza però aver fretta di sostituirle con altre è tipica di Socrate nei primi dialoghi platonici A volte si domanda al fine di sfrondare certezze limitanti che ci circondano per far breccia nella loro dittatura apparentemente infrangibile. I dogmi non sono indiscutibili,ma occlusivi:impediscono il libero gioco dei nostri sensi e la libertà della nostra ragione. il dogma non si dà quando si afferma<<è così e basta>>ma quando si pretende di imporre quella cosa come vera. In tale situazione diventa necessaria la sfida perché la certezza indiscutibile decretata di autorità,a cui non sono giunto grazie al mio sforzo sono comode. Quando mi dicono, che Dio ha fatto il cielo e la terra in sei giorni e che devo amare il prossimo mio come me stesso,io filosofo impertinente domando PERCHE’.Ma la risposta più bella che mi ha fulminato tanto tempo fa è stata quella di Alberto SORDI NEL FILM IL MARCHESE DEL GRILLO:<<PERCHE’ IO SO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO>>  
                                                                                                                                  mik                                            



IL GRANDE CACCIATORE

Quest'isola è mia, mi viene da Sycorax mia madre ,e tu me l'hai rubata.All'inizio, eri appena arrivato, mi accarezzavi,mi trattavi bene,mi offrivi acqua ai mirtilli, e mi insegnavi che nome dare ai grandi lumi, il maggiore e il minore, che bruciano rischiarando notte e giorno. E allora io ti amavo e ti illustravo le risorse dell'isola, le fonti fresche, gli stagni salmastri, i campi sterili e quelli fecondi.  Mau Mau
Curiosità By S.Williams



Ambiente: Seychelles   4 ° 41 'S 55 ° 32 'E
          
Località:  Mahe le canneles
temp: 28 gradi celsius
Anno Marzo 1980



il grande cacciatore
foto R.Carbognin
Io sono nato con la caccia nel sangue, disse Riccardo Carbognin detto il Caino per gli amici. Perchè Caino?   per via di un occhio accecato,  che si perde nella notte dei tempi abissini. ma questa è un’altra storia.   Dopo una giornata di pericolosa e dura caccia subacquea(si fa per dire), stanchi di pesce ,ed  essendo purtroppo a corto di quattrini per poterci permettere un pasto decente a base di carne, stavamo lì mollemente a cazzeggiare   in attesa che qualcosa succedesse. Quando il Caino disse:<<Ohi  ragazzi ho trovato,ci penso io>> All'epoca, quest’allegra brigata ,era composta dal sottoscritto, il Ninetto, Pascal, e il buon  Vitale e naturalmente il Caino.  La casa dove si alloggiava,  era immersa in una   foresta  tropicale seychellese, ora scomparsa, per via dell’arrivo massiccio di turisti occidentali.Credetemi,nel millenovecentoottanta le Seychelles, erano veramente un paradiso terrestre,  dove gli animali domestici scorrazzavano fra la vegetazione.  C’era fra la popolazione il tacito accordo per qui, nessuno si permetteva di catturare animali domestici, poiché ogni abitante sapeva  benissimo chi ne era  proprietario.

Il famigerato pollus polli seychellese
Il Caino che era molto irrequieto, dopo aver armeggiato in una specie di capanno , si presentò con un arco, tipo quello di Ulisse (mi vien  ancora da ridere a pensarci ,anzi sto ridendo mentre scrivo)e una faretra piena di frecce professionali. Roba da caccia grossa . Su tutto era inciso un logo misterioso  .Il Nino, preoccupato alla vista dell’arma, fece notare che in giro non c’erano bufali o antilopi . Ma il Caino, imperturbabile, con un ghigno lo zittì e prendendo la mira  scocco la fatidica freccia   .Pascal l’indigeno che fino ad allora aveva sonnecchiato con fare sornione , si destò improvvisamente, e cominciò a emettere suoni  gutturali incomprensibili  in un lingua sconosciuta.
Ou, nou papa ki dan lesyel,
Fer ou ganny rekonnet konman Bondye.
Ki ou renny i arive. Grand bonom nuwar mesant
Io capii allora solo delle parole tipo:  enorme, nero e  cattivo.Poi seppi che parlava del vicino. Troppo tardi Il dardo aveva già preso il volo,  andando a conficcarsi  proprio nell'ala di un magnifico esemplare di pollo Seychelluas, alquanto rinomato all’epoca per via delle carni saporite. Noi  rimanemmo basiti e devo ammettere anche un po' ammirati dalla potenza della scena . Sennonché la vittima, con uno scatto di orgoglio e incredibile forza si rialzò, e si mise a correre starnazzando , verso il pollaio del vicino immerso nella fitta vegetazione.Il pennuto maledetto  andava velocissimo ,sembrava un velociraptor in miniatura. Ormai la guerra era stata dichiarata .Il Caino urlò:<< la freccia, la freccia >> poi dopo si capii che si riferiva all’arma del delitto ,cioè la prova schiacciante,del misfatto, la famosa freccia con il marchio Carbognin. IL  GRANDE CACCIATORE a quel punto mollò l’arma e  con una velocità spaventosa , si buttò scalzo   fra la vegetazione  all’inseguimento della preda. Ci furono attimi di furiosi combattimenti ,un trambusto incredibile e per una buona mezzora bestemmie, urla spaventose. Poi di colpo un silenzio di morte. In un scena irreale il grande cacciatore tornò con la preda . La situazione era tragicomica il Caino era tutto rovinato, con ferite da tutte le parti .  una maschera di sangue ,ma un ghigno con un sorriso di vittoria disegnato  . Questa è la storia, ma io  l’ho raccontata non tanto per i fatti accaduti  che in se non sono così eccezionali ma  per quello che   poi  il Ninetto disse  in dialetto parmigiano;questa è la frase storica:<<Ma va a cagher Caino, bagolò.. ha la caccia nel sangue lu...mo pensa ti, un polastor, la ciape'netor polastor e ancòra n'po' al va a l'ospedel. Chi in meza la foresta scordeda da dio caghema da mander i sgnel ad fum e ris cema ad feros lincer dai lochel...  ciamema la pubblica…>>. Traduzione: ma pensa te, un pollo ha preso. Un pollo per di più di frodo e ancora un po’ va all’ospedale e noi qui in mezzo alla foresta dimenticata da dio che dobbiamo mandare i segnali di fumo  e rischiamo di farci linciare dagli indigeni.Ho la caccia nel sangue... ma va a cagare vhe Caino va a cagher  Chiudo che mi viene ancora da ridere    
                 


La foresta dove si è svolta la cruenta battaglia
                          
P:S:la scrittura del dialetto parmigiano non è corretta. Io l'ho scritto come l’ho sentita aspetto gli esperti . Ci sono errori di forma e di punteggiatura ma il post è stato scritto di getto , al buio il tempo è crudele ,verra revisionato in seguito, una bozza e via ,,, Miksocrate



A caccia di cibo



                                                                              



Il grande cacciatore nell'oceano














UN CAPOLAVORO IN CINQUE MINUTI




Dennis Hopper

Da oggi comincerò a tenere una rubrica pazza fatta di ricordi emozioni che mi hanno formato riguarderà tutto ciò che per me è stato importante, ma senza logica senza un filo conduttore senza spocchia solo emozioni  tutto ciò che a me interessa e poi essendo molto basata su ricordi non spaventatevi di vedere accostati capolavori indiscutibili a cagate immani, per i film cercherò di pubblicare spezzoni che per adesso pescherò in rete.in futuro spero con l’aiuto di qualche guru di poterli curare io; farò vedere esattamente la scena che a me piace il tutto, sarà pubblicato nel mio blog con pura anarchia prego di passare parola si comincia
. la mia scena preferita  http://youtu.be/l_3UDwwSJ30

Il tono è grottesco, le tinte sono quelle dell'iperrealismo, l'humour, feroce, nero ma basta così raccontare un film non mi è mai piaciuto volevo solo stuzzicare la vostra memoria. E POI UNO SPEZZONE PARLA DA SOLO
















Michele e la sua guerra interiore





la fine del principio fhoto R.Salvaterra




Qualcuno ha voluto la nostra insignificante esistenza per un
misterioso completamento di un’enigmatica armonia che sfugge. E come si fa a concepire
il sacrificio di milioni di persone perché il tutto debba esistere in equilibrio.
E chi può giudicare sapendo ciò?Ma se tutto è così difficile da comprendere, si
è ha forse la colpa di non riuscire a capire ciò che non è comprensibile?  Penso che se fosse in potere a ognuno di noi
mat sicuri foto M.Fedele
di non nascere, non si accetterebbe l’esistenza a un prezzo così alto. L’unico
potere che ci rimane è quello di morire, NON è poi una gran cosa. E allora
bisogna pur vivere. Una volta nati sembra che l’esercizio cui ci si appassioni
di più è trovare la maniera per complicarsi la vita, e guarda caso ci riesce
benissimo dedicandosi con grande zelo, circondandosi d’incomprensibili bisogni
senza accorgersi che la signora Morte è sempre lì dietro l’angolo con superba pazienza.
A volte prima dell’incontro definitivo in cui inesorabilmente vince, si ha per
quanto paradossalmente sembri la possibilità di incontrarla per un attimo. Solo
allora ci si accorge di aver rinunciato a quelle piccole grandi cose che si
erano messe in attesa.




                                                                     Miksocrate



Produzione fabbrica

photo R.Salvaterra



                                                                       
Rumore-rumore-rumore.A quei livelli il frastuono non è semplice vibrazione acustica, ma un’entità fisica, viscerale, come una scarica elettrica che ti attraversa il corpo. TI atterrisce ti avvolge e ti serra in una morsa sempre più stretta. Il cuore batte forte per mantenere il ritmo. Anche il cervello corre, ma a vuoto. Non riesci a formulare un pensiero coerente. Le idee si riversano fuori come perline da una collana spezzata…



   

 ·                                                                           Miksocrate
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