Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

Asmara blues



"Io sono figlio del Caos e non allegoricamente, ma in giusta realtà"
Luigi Pirandello


A Morelli
Massawa




massawa44
Massawa






Asmara
Asmara





asmara3
Ande-Mariam




moschea
La moschea



asm
Asmara



blues Asmarino







L’impossibile ritorno al punto di partenza, presuppone l’oblio di tutto quanto è avvenuto fra il momento della partenza e quello del ritorno.


I derivati della memoria, le ossessioni il desiderio, la quotidianità, l’invecchiamento hanno eliminato il sapore preciso del passato: quel sapore che Proust ritrova per un caso fortunato


Forse i miei amici che ritornano ad Asmara come turisti, lo fanno con la segreta speranza di ritrovare un giorno con sorpresa un’emozione, una sensazione da lungo tempo perduta, un istante di giovinezza o d’infanzia.



Quella pausa, quell’oblio momentaneo del passato e del futuro simultaneamente, quella tregua fra il ricordo e l’attesa che ossessiona Stendhal perché assomiglia alla felicità, è anche, e più ancora, quella cui aspira il nostro

animo purificato nella sua forma per preservarlo dagli attentati del tempo e dare ai nostri figli la sensazione di un puro presente, di un presente che dura senza trascorrere perché immobilizzato nel ricordo che non è mai una semplice
ripetizione


Miksocrate



Tag di Technorati: ,,
    le immagini sono di A.Morelli gentilmente concesse



mf

Una risata


"falsa sia ogni verità che non sia stata accompagnata da una risata".
Nietzsche


riderea
photo by Nasfi Akhter


La risata situandosi tra la psiche e il corpo sfugge a qualsiasi qualificazione e rasenta il divino. Non può essere rinchiusa in una definizione, perché essa stessa indefinibile, una cosa viva con innumerevoli gradazioni che possono essere identificate nella reazione dell’umano in più contesti. . Certo non sto parlando del falso ridere o del sogghigno che è una manifestazione di odio, o di quando s’irride gli altri con cattiveria in cui si è vigili e pronti a colpire, oppure della risata stimolata da un atto fisico ma della risata vera quella che non si può camuffare. Qui tento di scrivere della risata che si manifesta nel contesto di allegria e piacere, se poi si riesce a ridere anche di se stessi o della stupidita dell’essere umano secondo me, si raggiunge la celebrazione della vita sgravata dalle sue pesanti teorie sulla maestosità dell’universo e quell’infinito gioco dell’esistenza finalmente ridimensionato con una fragorosa risata.
Non vi è nulla di comico nell’universo se non l’umano. I filosofi purtroppo hanno sottovalutato l’importanza della risata relegandola a qualcosa che l’uomo sa fare dimenticando che è lo stesso uomo che fa ridere, basta semplicemente guardare il mondo dell’umano da una diversa prospettiva e tutto ci sembrerà ridicolo, immaginate per un attimo una discoteca piena di ragazzi che si agitano immersi in un rumore, assordane mettevi ora delle cuffie che v’isolino completamente dall’ambiente circostante, incredibile tutto vi apparirà sotto una luce ridicola e assurda. Quante azioni umane resisterebbero a una simile prova?
Che la risata fosse un toccasana contro qualsiasi avversità è noto ormai da secoli ma che potesse anche curare o addirittura essere un potente farmaco naturale mi era sconosciuto. Sbirciando nella rete ho appreso che : Negli anni ottanta il caso di Norman Cousin che improvvisamente venne colpito da spondilite anchilosante, una grave alterazione delle articolazioni che porta progressivamente alla paralisi e alla morte. Il giornalista decise di curarsi seguendo un'insolita terapia: il ridere (tre - quattro ore al giorno di film comici) e la vitamina C (25 g al dì, assunti per flebo). A dispetto di ogni previsione, in capo a un anno, guarì completamente fu in seguito il precursore della moderna gelotologia




Durante la risata a livello fisiologico entrano in azione più di sessanta muscoli la respirazione si modifica si usa il diaframma pochi uomini lo usano si usa anche quando si sbadiglia (interessante gli animali sbadigliano spesso) ma soprattutto il nostro cervello perde il controllo della situazione, i pensieri negativi scompaiono, la mente si distende, la vita sembra migliore. Come il sonno, il ridere migliora la capacità del cervello di pensare lucidamente, scioglie la paura, esorcizza i cattivi pensieri. 
Il ridere può essere considerato un atto filosofico, una disposizione di ogni persona di produrre risposte determinate dall’ambiente verso la vita e la morte. Crea una coscienza che: Ingenera il sospetto che sotto le apparenze, il mondo sia diverso, suggerisce in sintesi altri valori esistenziali. Quando poi si ride profondamente, si entra quasi in uno stato di meditazione trascendentale. I pensieri si arrestano perché è impossibile ridere e pensare nello stesso momento, se si sta pensando mentre si ride, la risata risulterà falsa e di conseguenza camuffata. Per mia esperienza diretta posso dire che:la danza è la risata di cuore possono a volte essere la soglia per entrare in comunicazione con l’ignoto arrivando quasi vicino a quel confine che se attraversato ci si fonde con la parte sconosciuta dell’esistenza. Quando il pensiero scompare per noi umani, esistono due scelte o il sonno e su questo non vi è nulla di nuovo, tutti sanno cosa significa dormire, oppure un mondo fantastico dove esistono, tutti i benefici del sonno e in più la consapevolezza di essere svegli.Quello è il momento in cui ci si rapporta a livello esistenziale  con la nostra vita ,quasi un collegamento con il sogno. Questa mia ultima affermazione mette in conflitto la compattezza e la durezza del pensiero filosofico, così come la "posa" del filosofo: che ne è, infatti, della filosofia quando, colmata la misura, essa arriva a ridere di se stessa? con Nietzsche, che dice : "falsa sia ogni verità che non sia stata accompagnata da una risata". Perché non prendere allora sul serio la provocazione di Georges Bataille, per cui appunto il "ridere è pensare"? Perché dunque non rileggere come millenaria "storia comica" la vicenda dell’intera filosofia? Oppure semplicemente non riconoscere che
“ il riso”, questo "intruso sconveniente" nei puliti palazzi della ragione deve ridere anche di se stesso. Una scappatoia tuttavia la offre Bergson che mette in risalto con il riso l’infrazione delle norme condivise. Ci offre la possibilità di creare una coscienza diversa di se stessi nel rapporto tra la vita e la morte ci suggerisce altri valori esistenziali e Incunea quel sospetto che sotto tutte le certezze, tutte le tragedie, il mondo forse è diverso. Io in quanto libero ed eretico pensatore non disdegno di affermare che vi è anche una dimensione divina nella risata che ha più a che fare con la psiche collocandosi in una dimensione simile a quella onirica: "la logica del sogno", non di un sogno ' "abbandonato al capriccio della fantasia individuale", ma un sogno "sognato dall' intera società ". È qualcosa che deve circolare nel tuo sangue, diventare le tue ossa e il tuo stesso midollo, riportare in vita quel legame atavico di un’antica felicità che molte vote scordiamo di possedere.



                                  
                                          


Noi umani abbiamo questo fantastico dono, nonostante la nostra vita si sia ridotta a un caos di tragedie per lo più riconducibili alle nostre azioni, siamo dotati di una meravigliosa valvola di sfogo che se ne frega di quella parte di noi nobile e saggia. Senza motivazioni razionali, la risata liberatoria spesso prende il sopravvento e scioglie i gangli della vita che troppo spesso noi reprimiamo per via di un’educazione morale castigatrice, riportandoci se pur per un attimo alla beatitudine dell’esistenza.
. Quando un bambino nasce la prima attività sociale che manifesta oltre al piangere per attirare l’attenzione e ridere, le due cose anche se sembrerà assurdo sono collegate. Il ridere di un bimbo è un messaggio intimo verso la madre per rassicurarla che è vivo e sta bene, la risata appare così come una verità cristallina perché sgorga dal cuore direttamente dal nostro centro il nostro vero autentico essere.
Una risata mette in risalto l’infrazione alle norme condivise, l’inganno dell’intelletto da parte della fantasia e quasi un atto di ribellione pacifico e rivela un grande desiderio innato di vita e libertà. La capacità di ridere davanti all’oppressore o alla morte indica che si è finalmente pronti a evadere dalle prigioni del nostro mondo. Il riso è quasi come un nobile gesto che per strappare la vita dalla sua negazione implica una momentanea sospensione della vita stessa, un limbo, un risparmio dell’energia psichica. Voltaire sosteneva che “l’uomo è l’unico animale che ride”(forse smentito da nuove ricerche) mentre per Kant il riso è la panacea scatenata dalla scoperta di un’incongruità di una realtà che ci appare come totalmente differente dalla nostra attesa ma, preziosa e difficile da evocare. La risata e l’essenza, la serietà appartiene all’ego, ed è parte della malattia, se si perde la nostra serietà, non si perde nulla ma se si perde la risata, si perde la vita.
P.S. solo una bozza work in progress.

Quando tu ridi o danzi tu cambi e quanto tu cambi il mondo cambia intorno a te
Madan Kataria www.kigheghe.com






Miksocrate






mf

Felicità blues




Felicità raggiunta, si cammina
per te su fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

Eugenio Montale - (Ossi di seppia) Felicità Raggiunta


nasif1
photo by K.Nasif Akhter


Felicità: qualcosa che s’impone su tutto il resto….Senza che sappiamo come.Non è reale, manca di fondamento razionale

Transitoria veridicità, ingannevole, imprevedibile, non programmabile

Tira fuori della realtà più di quanto essa possa offrire. È questo che la rende notoriamente desiderabile.

L’accusa: empia e impietosa

La difesa.”una passione che l’anima attraversa pergiungere ad una maggiore perfezione”
Nulla nella vita, è causa necessaria di felicità, nulla è un ostacolo definitivo al suo raggiungimento bisogna aver voglia di dire (sì) nessun baratto.
E’ un discorso terribilmente serio .La domanda ardua: “SEI FELICE?”
La felicità è espansiva mai missionaria, mentre la tristezza ha bisogno di proseliti.
Tutto è già al suo posto, e l’essere persona occupa il più importante, la felicità sa che è sempre stato così.


Improvvisamente una dimensione di armonia ci prende, si ferma il tempo, lo spazio si dilata e ci si sente infiniti.
 Si è presi dall’attimo come una grazia... ma, quando si esce dalla magia vi è quasi un retrogusto di sapore salato. Il ricordo che ci rimane impresso nel cervello fa si che rimaniamo in vita esclusivamente con la speranza che quell’attimo possa un giorno ritornare.

Oggi si discorre quasi ina maniera imbarazzante di felicità, quasi che la felicità non faccia parte di questo mondo,non a caso se ne parla nella forma del rinvio ad un determinato futuro
La felicità non è determinabile, non è neanche un modo di essere universale, perché può essere felicitante per una persona e non esserlo per un’ altra.
La felicità è un valore con molte forme ,un valore simbolico può essere pensata solo attraverso immagini o idee ,capaci di alludere ad una vastissima serie di componenti.

Tant'è vero che della felicità si evita di parlarne in pubblico. La controparte ti risponderà: "Ma che termine retorico! Forse tu vuoi dire che sei contento!".No,no,no, la felicità non è un'euforia, ma... è neanche una contentezza. E' un qualcosa di più e di diverso.. È un oggetto particolare, un volto, un gesto o l'immagine stessa della nostra intera vita che balza alla nostra attenzione, si differenzia da tutto il resto e ci riempie completamente
La felicità sta nel rapporto con il mondo, sta nel produrre sentimenti per l'altro e per noi stessi.

 E' un falso dilemma quello di dire: la felicità è un fatto puramente soggettivo, egoistico, o è un fatto tutto relazionale. Le due cose si intrecciano. E' difficile, a ben guardare, creare una felicità tutta egocentrica.pochi di noi lo fanno veramente. . L'uomo sano non è egoista. L'uomo cerca l'altro. L'uomo è un "animale sociale", come diceva Aristotele, la sua felicità e la sua sofferenza si trovano lì. E' lì che dobbiamo cimentarci nella felicità.

 E poi c’é la felicità come ricerca, ricerca di quell’oggetto misterioso, che magari un giorno si troverà

















Come fare a spigare la felicità con le parole?
Non ci riesco. Mi sono venuti in aiuto i ricordi della mia infanzia (quando vidi per la prima volta il mare) e le immagini di un bellissimo film “i 400 colpi” del regista francese François Truffaut. Ho maliziosamente inserito una colonna sonora dei PinK Floyd per amalgamare il tutto e senza usare grossi paroloni forse sono riuscito a proporvi un idea di cos’è la felicità per me .
Nella scena che ho scelto Antoine durante una partita di pallone approfitta della disattenzione dei sorveglianti e fugge. Con una lunga corsa arriva sino al mare (che non aveva mai visto prima), , si spinge sino alla battigia, si volta dopo essere entrato con tutte le scarpe nell'acqua. Questa corsa…Il volto del ragazzo serio che vede qualcosa che in qualche modo lo trascende . Il mare qualcosa di sconosciuto e il momento ,l’attimo ,non vi è nessuna manifestazione di euforia non necessariamente un sorriso altro vi è quasi una paura di aver provato un’ emozione forte che difficilmente si dimenticherà.
















miksocrate


mf

Non perdere la volontà di vivere


Yo no soy sino la red vacía que adelanta
ojos humanos, muertos en aquellas tinieblas,dedos acostumbrados al triangulo, medidas
de un tímido hemisferio de naranja.

Anduve como vosotros escarbando
la estrella interminable,
y en mi red, en la noche, me desperté desnudo,
única presa, pez encerrado en el viento.






Poema de Pablo Neruda extraído de "Canto General", 1950.



bud



Dopo aver letto molto, sono quasi arrivato alla conclusione della  centralità che hanno le religioni nella storia dell’uomo. Nel caos delle mie letture mi è rimasto impresso  un vecchio libro “Le vari forme dell’esperienza religiosa “ di William James in cui l’autore affronta il tema raccontando varie testimonianze, mi ha colpito in particolare l’intelligenza dei protagonisti. L’autore racconta di persone che avevano perso la volontà di vivere, malati, persone costrette all’immobilità.All’improvviso molti di loro erano stati visitati da un “pensiero nuovo”, come una presa di coscienza di quale fosse il loro posto nell’universo, e tutte le loro sofferenze erano cessate. Quello che impressiona che James analizza anche le esperienze di uomini e donne  famosi:Lev Tolstoj ,Walt Whitman, Madre Teresa di Calcutta,John Bunyan





bangladesh
Photo by Khondker Nasif Akhter  http://www.flickr.com/photos/nasfizo/

Kant, Tiziano_Terzanie tanti altri senza fare proselitismo.
Il loro sentimento religioso non nasce dall’andare in chiesa o leggere la bibbia etc., ma da una grande gioia o da un immenso dolore. Quasi fosse una via per trovare una risposta all’enigma dell’esistenza Se esiste l'ispirazione inviata da un regno superiore, non possiamo escludere che il temperamento patologico fornisce la condizione principale della disposizione per riceverlo. Il mio dilemma, è che tutti quelli che conosco sono convinti che la religione sia un’impostura e Dio un’invenzione. Pero andando in fondo ci si accorge che Dio è stato solo sostituito e sinceramente non mi pare una gran cosa.La mia curiosità mi ha spinto ultimamente ad esplorare un campo per me sconosciuto “Il buddhismo” che non è una religione ma secondo me una riflessione filosofica che si propone, contemplando  comprendere quella comune condizione che è l’ esperienza umana.Si chiudono gli occhi e ci si volge all'interno , trascendendo tutte le illusioni mentali che la creano.Quando la forza dell’ anima opera così liberamente da separare un'onda dall'oceano delle sensazioni, le quali penetrano attraverso i sensi, così da trattenerla e volgere finalmente la nostra attenzione su di essa.
Eliminare riflettendo l’ondeggiante sogno delle immagini della vita delle cose che ci passano per la mente soffermarsi liberamente su noi stessi,  osservare con calma e considerazione, separarne alcuni contrassegni per conoscere vivamente e chiaramente tutte le nostre proprietà e le nostre capacità.
La meditazione in realtà, é un viaggio nell’ignoto,  ci fa comprendere la natura delle cose, il tutto . È affascinante. Non è la panacea ma val sempre la pena sperimentare.L’argomento è vasto, mi riprometto in futuro aiutato da amici ad affrontare il tema in un post dedicato.L’intervento è breve perché il blog si propone non di dare soluzioni ,ma solo un piccoli contributi al mistero o se si vuole una spinta al pensiero nuovo di ognuno di noi, ricordando sempre i propri limiti e soprattutto  che ”il dubbio è l’unica certezza’’.Il post è un "work in progress" potrebbe cambiare con l'arrivo di nuove ispirazioni.



Credo con umiltà che nessuno conosca la soluzione dell’enigma dell’esistenza,come l'enigma di questa canzone fuori di testa dei mitici Talking heads:La vita si muove nello spazio e nel tempo ed è un enigma la cui soluzione è fuori dallo spazio e dal tempo: lo dice l’irrequieto filosofo austriaco Ludwig_Wittgenstein, che sottolinea il concetto di «fuori». Trovare la soluzione, per finire con un sorriso.






And you may find yourself living in a shotgun shack
And you may find yourself in another part of the world
And you may find yourself behind the wheel of a large automobile
And you may find yourself in a beautiful house, with a beautiful
wife
And you may ask yourself-Well...How did I get here?
Letting the days go by/let the water hold me down
Letting the days go by/water flowing underground
Into the blue again/after the money's gone
Once in a lifetime/water flowing underground.
And you may ask yourself
How do I work this?
And you may ask yourself
Where is that large automobile?
And you may tell yourself
This is not my beautiful house!
And you may tell yourself
This is not my beautiful wife!......."Il non senso o l'enigma di questa canzone"



Miksocrate



mf
Copyright (c) 2011 - 2019-Tutti i diritti riservati. Vietata la copia anche parziale. Ogni abuso derivante dal plagio, dalla contraffazione, la copiatura, la distribuzione, la commercializzazione, del materiale e dei marchi brevettati, lo sfruttamento economico o pubblicitario dei contenuti del blog sarà perseguibile civilmente e penalmente.