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Bici Soul

MOVIMENTI DELL'ARIA
Nell'ombra della notte si ritorna soli
È l'ora che preferisco per viaggiare in bicicletta,
al raggio delle stelle su la strada vuota, per la bianchezza della quale l'occhio vede
da lungi sicuramente.
Dove si corre?
 Alfredo Oriani, La bicicletta, 1902

    Welland (Ontario) bandiera Canada Flag of Ontario.svg Ontario 179 m s.l.m. 

Coordinate: 42 ° 59 '0 "N , 79 ° 14 '0 "W 



ahron
Cuba Ahron de Leeu




La costruzione del canale Welland (1932), permise alle lamprede di mare, in fase di migrazione riproduttiva, di aggirare l'ostacolo delle Cascate del Niagara
e arrivare quindi ai Grandi Laghi: gli esemplari nati sul luogo non riuscirono più a tornare in mare e si adattarono al nuovo habitat diffondendosi enormemente a spese dei Salmonidi locali.
Questi parassiti succhiano il sangue dei pesci più grossi, come la trota e il salmone, uccidendoli. In questo modo i pesci più piccoli rimangono senza
predatori naturali, e aumentano a dismisura. A quel punto il plancton non basta più, e milioni di questi pesci muoiono di fame.
Per caso vi ricorda qualche altra specie?




Una specie o impara da se a contenere la propria crescita, oppure ci pensano malattie, carestie e purtroppo la guerra.
Ormai non credo più alla grande bugia che l’uomo possa produrre all’infinito automobili e moltiplicarsi senza autodistruggersi.
Non è questione di essere innocenti o colpevoli<< da un punto di vista morale i dinosauri non erano né buoni ne cattivi>>.
Il fatto di trovarsi a Parigi o a New York non fa più nessuna differenza, la globalizzazione sta scientificamente diffondendo forme di vita in franchising,
i posti diventano tutti uguali, i ristoranti cinesi, i McDonald’s e le automobili sono i veri abitanti di questo pianeta.
Gli indigeni, i luoghi tutto ciò che di unico esiste scacciato via per far spazio alle nuove strade al cemento, i centri sempre più lontani le periferie infinite,
una monocultura dove l’animale uomo vive per la maggior parte del suo tempo rinchiuso in una scatola di metallo. Alla fine le uniche biodiversità che rimarranno saranno la Coca e la Pepsi
e l’automobile. Le città ormai sono camere a gas e incubi ad aria condizionata, le automobili hanno occupato gran parte dello spazio
che dovrebbe essere riservato a una convivenza vitale e piacevole. Nelle agende di nessun governante del pianeta è prevista l’eliminazione totale
del traffico privato, ci stiamo suicidando e uccidendo gli altri esseri, il pessimismo non attecchisce più, vi è come una rassegnazione ma forse questo è il nostro
destino naturale, la distruzione sistematica e la visione sadica dell’abisso. Dalle rovine se riusciremo a sopravvivere, finalmente, ebbri riconosceremo la nostra potenza.
L’automobile espropria secoli di diritti d’uso che garantivano fiere, mercati, socialità. Basta guardare gli spot che la tv ci propina rubando le più belle canzoni della nostra generazione
trasformate in jingle, dove l’auto è proposta non più come mezzo di locomozione ma come un opera d’arte,  insieme  ti vendono una marea di accessori come che ti serviranno per tutta la tua esistenza
Giganteschi SUV con l’aria condizionata che scorrazzano con i vetri oscurati in un mondo irreale.



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