IL DIO LEOPARDO

Africa foto by Giampiero Marchiò


Il Dio Del Leopardo è un racconto che ho scritto nel 1980. Un frammento di vita che mi ha segnato nel profondo. Gli amici africani si metteranno a ricordare, qualcuno in Australia riderà e qualcuno su un'isola remota mi scriverà incazzato. In America si metteranno a piangere (premetto) che : non sono uno scrittore di professione. Il mio scopo è di trasmettere emozioni e divertirmi: Nei miei post ci saranno molti errori di ortografia e di sintassi dovuti alla mia velocità nello scrivere io, scrivo di getto quel che mi viene. O cosi, o niente. Avrei bisogno di un correttore di bozze… ma, diventerebbe un lavoro. Perdonatemi, farò del mio meglio l'importante è che voi capiate cosa io voglio comunicare. Qualsiasi persona o fatto, coinvolta nei  miei racconti e frutto di ricordi che possono essere confusi e imprecisi. Chiedo altresì scusa se qualcuno si offenderà.
Nella seconda parte, il linguaggio è un po' colorito Chi si sente suscettibile e delicato e pregato di non leggere. 







Prologo

Asmara:
15° 20′ 0″ N, 
38° 55′ 47″E

Anno 1965

Erano gli anni, che non avevo niente
 ma, potevo uscire
 e trovavo
 il Mar Rosso, il Bush e le montagne 
tutte per me, mi sono illuso
 che fosse stato per sempre.
savana
Per molto tempo, mi fu chiaro che il mio posto era lì. Il bordo nord-occidentale della Great rift valley Asmara.             
 Una città unica. E già qui bisogna intendersi su ciò che si scrive più che una città per capirci meglio un 'oasi solo che al posto del deserto fuori ci si trova in una savana mista a paesaggio montuoso. Immaginate, di andare da Parma a Milano e alla Crocetta (periferia di Parma) cominciasse l'ignoto cioè niente, pali della luce niente benzina nessuna presenza umana fino a Milano, voi e la natura a tu per tu e se avete la fortuna di possedere una moto enduro e la fine del mondo. È lì il paradiso, nessun fotografo per quanto bravo potrà mai avvicinarsi a ciò che si vede, perché lì tutti i sensi partecipano, l'occhio da solo non basta, l'udito diventa più fine, insomma si è soli,e se ti allontani dal percorso tracciato, lo fai a tuo rischio e pericolo e non ti trova più nessuno,ottimo posto per sparire. Raccogli una pietra la osservi e sai che è lì da milioni di anni con riverenza la rimetti al suo posto La culla dell'uomo, lì c'è Dio. Io quando volevo meditare sapevo dove andare. Per quanto sto per scrivere, mi beccherò l'ira di qualche fervente nazionalista. Asmara è nata come città Italiana ed è morta quando gli italiani se ne sono andati. Infatti, è l'unica città africana in cui la popolazione è diminuita notevolmente negli ultimi venti anni. Le città nascono e muoiono per un fatto della storia, indipendentemente dalle nostre fantasie. Chi si aspetta di trovare un villaggio africano rimarrà deluso. Un'Italia in miniatura dentro l'Africa. Entravi ad Asmara eri in Italia ma, come uscivi ti ritrovavi nella savana, una realtà purtroppo finita male. Curioso parlare di un'Italia perduta, sembra quasi irreale. Situata a un'altezza di 2.363 metri sul livello dal mare; la sua Caratteristica sono le montagne, che assomiglino a delle grandi piattaforme (le chiamano Amba) immaginatevi delle montagne capitozzate, come se non avessero deciso di crescere e come stare al millesimo piano di un grattacielo,e per scendere, gli ingegneri italiani hanno costruito una strada che in un ora e mezzo ti portava dai venti gradi di Asmara all'inferno di Massawa con quarantacinque gradi all'ombra, un capolavoro maestoso.


 Asmara
La Temperatura media durante tutto l'anno à di diciotto gradi celsius, come una primavera infinita. Asmara è stata quello che Dubai è oggi nel mondo; nella progettazione, gli architetti italiani hanno avuto una libertà senza limiti se non la loro immaginazione, é stato uno dei primi esempi di città moderna. Un'idea, che è stata poi introdotta in molte altre metropoli, come Brasilia. Il tasso di criminalità era lo zero assoluto. Le carceri vuote, Tre vigili urbani in servizio per le strade. Era fantastico. Se si fosse misurato il livello della qualità della vita allora, The winner is… Questo è l'ambiente dove si svolge la storia di Il dio del Leopard, questa era casa


Foto  A.N.Tàppero

Silenzioso, furtivo, grande arrampicatore, il leopardo è un animale solitario, non socializza con i suoi simili. Il simbolo della libertà totale. Ad Asmara, in quel periodo adolescenziale, ero costantemente bersagliato da una così grande quantità di stimoli da parte del mondo esterno che era difficile darne una definizione chiara e univoca. Passavo ore intere a fantasticare a osservare, non mi stancavo mai. Il Leo catturava la mia attenzione, lo studiavo, prendevo appunti, mi affascinava, il suo sguardo fiero che  mi attraversava un punto invisibile del cervello; Lo ammiravo, cercavo il suo segreto, la sua debolezza, era inattaccabile.. senza il minimo sforzo era capace, di rimanere immobile come una statua, poi all'improvviso, con un atteggiamento da attore consumato si leccava i baffi e spostava la sua enorme testa verso un altro obiettivo. Quegli occhi gialli, come la luce del sole, che potevano illuminare o accecare, riscaldare, o bruciare, mi facevano sentire nudo, sembravano d'oro, annullavano tutto le mie difese, mi toglievano l'udito e il respiro, era come perdersi in una sfida intellettuale senza parole. E poi, all'improvviso, lui decideva, e lentamente, con eleganza, balzava sul ramo di un albero, che era la sua postazione preferita; sbadigliava, e apriva la bocca alla massima apertura mostrando i suoi canini spaventosi e mi ignorava. In quei momenti potevo fare o dire qualsiasi cosa,per lui non esistevo, solo disprezzo. L'indifferenza, dicono gli orientali, sia un'arte, un'arma necessaria; senza la cui protezione e il suo conforto non è possibile affrontare a testa alta una vita da prigioniero. Lì vicino, a qualche genio era venuta la brillante idea, di metterci una scimmia carogna legata ad una catena lunghissima,la quale, avendo capito che era al sicuro,  ne approfittava  provocando solo come una scimmia sa fare. Un giorno, dopo mesi di melina, una zampata fulminea e un artiglio misero fine all'esistenza del primate. Dopo la dimostrazione di potenza, Leo con calma si mise a osservare la confusione che si era creata attorno al cadavere. Qualcuno disse: «Ha sputato. Nahh, il Leo ha sputato»


ecco cosa si vede la rift valley
 Una mattina, durante un temporale, che in Africa è considerato un momento sacro si teneva una lezione di matematica, quando si udirono delle urla concitate, e fu allora che Il bidello irruppe terrorizzato in aula e chiudendo porte e finestre, farfuglò:«bestia, beast ran leopard off.... scappato, uoddaitei.., uoddaitei ..abboi bsmaam...woziu deghe keidu uai, uai..gorobet». Dovevate vedere il terrore dipinto nei volti di ognuno di noi; furono due ore di anarchia totale, adrenalina a quintali, e il prof. che voleva andar fuori ma ,era costretto a rimanere con noi,aveva adosso la sindrome della preda in poche parole si cagava addosso. Leo finalmente esisteva e faceva paura. Dopo un paio d'ore fu catturato, probabilmente il periodo di cattività l'aveva reso meno scattante, e di sicuro aveva più paura lui che i suoi cacciatori. Alla ripresa delle lezioni, si sentivano i ruggiti di disperazione, un lamento straziante che ti metteva angoscia,ti penetrava nella testa come un trapano, un urlo di dolore insopportabile. Per molto tempo dopo in città, non si parlò d'altro. Le mamme degli alunni protestarono,e per Leo le misure di sicurezza furono raddoppiate .In seguito si era diffusa la notizia, che qualche sedicente gruppo rivoluzionario volesse liberarlo, ma, era una leggenda da campus. Era diventato un caso politico. Allora non avevo la minima idea di quello che significasse per un animale stare dietro le sbarre, la giustificazione non regge, ero complice,ma, per me era naturale che fosse così.In seguito quando venni in Italia per via degli avvenimenti bellici, che mi hanno sconvolto la vita (ma questa è un'altra storia, di false rivoluzioni e feroci dittatori,e qui qualche eritreo s’ incazzerà ma è storia.Io per esempio sono nato in Etiopia ed è un fatto. Così è scritto nei miei documenti e Asmara era Etiopia. Ora le frontiere mi dicono che ciò che è stato scritto non è vero. La sindrome jugoslava, paesi spariti confini cambiati  e uomini senza più un passato ,ma io dove sono nato? In Etiopia o in Eritrea?Vallo a spiegare a una guardia di confine che la carta geografica politica è cambiata...in Comune mi hanno consigliato di viaggiare con due documenti  Fortissimo, il potere della burocrazia) tornando a noi in Italia oi badate bene ,la terra di mio padre mi son sentito nelle stesse condizioni di Leo (con le dovute differenze) e ho capito il vero valore della libertà e il legame atavico verso quel grande mondo che è l'Africa ,ma non con gli africani bianchi, neri, gialli stupidi ,io odio la stupidità, quindi tutti gli stupidi del mondo e amo l'Africa nella sua essenza più pura staccata da qualsiasi appartenenza . Badate bene non è razzismo ma una fredda costatazione. Dirò di più i suoi più grandi nemici sono gli abitanti stupidi. Che ,siccome ci sono nati, si arrogano il diritto di compiere le nefandezze più irraccontabili e questo vale per tutti, ma in particolare per l'Africa.  Le vene aperte di questo continente gridano vendetta non verso una particolare situazione del passato ma verso gli umani e in Africa la popolazione degli stupidi e dei banditi in percentuale è più alta che in altri luoghi ,loro beati si rimpallano le responsabilità in una litania continua vittime e carnefici tutte nello stesso calderone.(vedi post sottovalutazione della stupidità) Che lo vogliate o no siamo tutti coinvolti.  Molti anni dopo i suddetti avvenimenti, in Italia  in una fredda notte invernale con una temperatura polare, feci un sogno, forse un incubo.
                                                     



Foto A.N.Tàppero

                                                            
  Leo parlava:«Oi pirlotti, ma che cazzo ne volete sapere voi della mia vita, degli orizzonti infiniti, Serengeti! La chiamate cosi la savana, per me è terra rossa, erba verde e le stelle che voi non potete neanche immaginare, La grande schiena della notte. E Cosa ne sapete dei miei giorni passati a vagare nell'immensità della savana, di ruggiti, di notti buie dove solo io potevo vedere. E Quando il cielo si oscurava per i temporali rabbiosi e la pioggia che scorreva calda sul mio mantello, e le grosse gocce d'acqua, e il piacere indescrivibile da brivido. Di, grandi silenzi passati a contemplare l'infinito. Senza un passato e senza futuro, tutto qui, adesso. Ominidi di merda,voi con i vostri ideali di civiltà. La vostra libertà non mi piace, liberta è partecipazione ma, vaffanculo, io non ho partecipato a nulla, e stavo bene, dove stavo. Io avevo una libertà pura. Sono vissuto unicamente per me stesso. Non respiravo assaporavo l'aria, non guardavo ma ammiravo, non correvo camminavo con calma. Voi potevate uccidermi e vi avrei anche capito ma torturarmi no. La mia nemica iena ridens (crocuta crocuta) in confronto a voi è un leprotto. Io ero immortale perché non sapevo che dovevo morire, se avessi riacquistato la libertà, ero fottuto mi avete umanizzato. Non potevo neanche suicidarmi perché non riuscivo neanche a concepire l'idea della morte. Il dio dei leopardi non vale come il vostro, la legge delle pantere dice non comunicare assolutamente con i primati (chissà perché poi questo nome arrogante?). Non perché non avessi interesse a comunicare, Il grosso rischio era nella risposta che mi avreste dato. Che cosa avrebbe fatto un leopardo parlante? Sicuramente sarebbe stato chiuso in una gabbia molto più sicura della mia e sottoposto a ogni genere di stupidi esami., perché in genere, voi umani siete incapaci di accettare che, un essere diverso da voi, vi capisca e cerchi di farsi capire. Io ero a conoscenza, della triste sorte toccata ai delfini, condannati a fare i pagliacci. Solo perché si erano permessi di esprimere un concetto. E sapevo anche delle umiliazioni cui gli umani sottopongono qualsiasi animale;l0 fanno persino ai loro simili, che si mostrino intelligenti e ricettivi . E I leoni? Addirittura vedersi infilare tra le fauci la testa di un deficiente Spaventoso? Ditemi Perché comunicare? Ouuu! Ma andate tutti a cagare…ma, forse vi allenate su di noi per sfidare il vostro Dio?


Leo foto in concessione da bushcompany safari
 Una notte, nella savana ho incontrato un vecchio babbuino, tornava da una festa, era pieno come un uovo e mi ha confessato che le scimmie parlano benissimo la vostra lingua, ma, allora gli ho detto spiegatevi. Poiché oltre a tutto siete pure cugini. Col cazzo mi ha risposto. Quelli ci mandano subito in fabbrica a lavorare.Zitto. Parenti? Mamma mia. Meglio starci lontano. Ormai si sono montati la testa, vogliono comandare, ma un giorno tutto questo finirà e allora saranno cazzi loro ohi ohi. Hai visto ippop? È diventato grasso come un facocero, L'altro giorno, era lì sott'acqua che cagava beato, quando ti arriva un tipo con la barchetta insieme a una biondina che fotografava tutta eccitata. L'ominide, con una pertica voleva stanarlo… naaah! Non ci ha visto più, si è incazzato come un ippopotamo, ha fatto una strage. I colleghi l’hanno portato via non riuscivano a tenerlo fermo.Apriti cielo, rappresaglia feroce, uno a mille. Femmine, cuccioli, perfino i pesci senza pietà.Kigheghe. A Quel punto gli ho detto:« ascolta gorillotto, non andare più in giro nella savana dopo aver bevuto quel infernale distillato di noce di cocco,, perché se ti cuccano i tuoi cugini finisce che parli, e poi ti mettono a lavorare» tranquillo Panter piuttosto mangio una merda di licaone liquida, e poi, ridendo aggiunse:_ pensa a quel giuda di un cane che suo nonno  si rivolta ancora nella tomba, tutto uggioli e guaiti .lo schiavo minkia come sì e ridotto, pensa che altri umani, in Cina se lo mangiano. Io gli ho fatto notare che mio cugino gatto invece non se la passava poi così male. Eih. Eih ferma, ferma, quello è un dritto. Ha capito tutto. Li prende per il culo,ma a loro piace così. Lo scorso mese, e venuto a trovarmi. Una rottura — e sento caldo e qui e lì, non riusciva a dormire voleva l'aria condizionata. Naah,Okey_bayby adesso smammo. — Ciao goriillotto.- Acqua in bocca_ EmHF non dirlo più che mi viene da vomitare. Andava via che sbandava da un baobab all'altro. Tornando a noi umanoidi. O me o voi ormai, non si fanno più prigionieri e adesso vedete di togliervi dai coglioni, andate a giocare alla caccia, pensa te caccia, hanno fame loro… Ohi noi nella savana la chiamiamo sopravvivenza, e curioso il modo che avete di usare le parole… A già mi stavo quasi scordando, Ei tu, dico a te Michele sì, sì, a te testa di cazzo, se vedi quel tuo amichetto, quello magrino con i ricciolini neri tutto delicato, ma cattivo. Mi pare si chiami Riccardo, devi dirgli di smetterla di tirarmi fiondate sulla schiena. OI se l'incontro da solo e disarmato gli spacco il culo ». Questo è tutto quello che ricordo di un sogno irreale. Il Leo e la sua Africa perduta, il suo lamento. La sua rabbia. Il Leo senza libertà di parola o di opinione o di partecipazione come dice Gaber ma con una libertà totale che purtroppo solo pochi possono provare, la libertà dove lo sguardo è libero privo di varianti. Gli immensi altopiani dove puoi urlare e sentire il tuo verso inutile, Burroni spaventosi dove si perde l'oblio. Dove tutto è uguale ma diverso. Dove le città finiscono e incomincia l'ignoto. Dove La libertà non costa niente. 
                                                                                               

 Miksocrate

mf





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