PARMA MASSAWA ANDATA E RITORNO



Harar foto by Ahron de Leeuw


ADDIS ABEBA

Latitudine:     9°   O3’ Nord
Longitudine:   38°  42’ Est


Negli ultimi cinquanta anni in Etiopia sono stati fatti ritrovamenti fondamentali per la ricerca sull'origine dell'umanità.  Nel 1974 il ricercatore statunitense Donald Johnson trovò i resti di Lucy, l'ominide di tre milioni e 200 mila anni fa, considerati una delle scoperte scientifiche più importanti al mondo. Lo scheletro quasi completo di Lucy ha contribuito a rintracciare uno dei momenti cruciali nell'evoluzione dell'umanità.
                                                                                                          La Repubblica

A quei tempi ,credevo che nel giro di qualche settimana sarei  tornato in Etiopia ma purtroppo non è stato così e anche se in realtà non l’ho mai lasciata, e per molto tempo  a Parma mi sono rifiutato di vedere la bellezza di un tramonto o la gioia di un pomeriggio estivo, di colpo è arrivato dalla fredda Amsterdam  Ahron de Leeuw  a risvegliare l’orgoglio delle mie origini.Guardando questa foto, ho avuto l’impressione di essere entrato in una specie di sogno”fantasmagorico” è il solo aggettivo che si possa usare per esprimere il tranquillo stupore che si prova davanti a uno spettacolo del genere,la calma celeste di vedere un mercato organizzarsi sotto il sole etiope ad un’altezza di 1851 metri sul livello del mare . Tutto qui? Eppure, da subito mi è stato chiaro che nella mia prima impressione di Harar c’era qualcosa di più della seduzione esercitata dalla bellezza. Una città africana fuori dal tempo di cui avevo scoperto la storia medioevale popolata da canti di poeti(Rimbaud)  ,sultani e religioni che convivono pacificamente in  un'oasi dimenticata da Dio (meno Male).C'era   , come  la sensazione di non essere in nessun posto e dappertutto ,  quasi la restituzione di un vagabondare infantile perduto per le strade di Asmara ,la sensazione di un sogno. No, sapevo che Harar significava molto  di più e anche se, l’avevo dimenticato. Che cosa era? I colori,il nome, il profumo? No,non ero riuscito del tutto a capire ,e a cancellare in me la sensazione di tenue vuoto che quel’oblio scavava nella mia mente: la consapevolezza che un nome mi sfuggiva, un nome che stà sulla punta della lingua ma non viene,un evidenza che ostinatamente si sottrae ,la certezza insomma di aver dimenticato l’ essenziale. Che cosa significa Harar? Trovato! Ecco lì la somiglianza impressionante a una città perduta distrutta dalla guerra: Massawa. Incredibile le stesse architetture, le stesse facce ecco il mio stupore dove nasceva  la città del mio sogno infantile,i miei amici le mie vacanze i primi amori le notti di felicità il profumo di libertà. Anche  se non c’ero mai stato Harar, la riconoscevo e andavo verso di lei lo sapevo,tornavo verso il luogo vero della mia vita e miracolosamente  grazie a una foto mi  ritrovavo dall’altra parte del tempo e dello spazio. A chi è stato come me nel fondo dell’orrore di una guerra, e al di là del tempo sfigurato nell’animo  vittima  di dittatori e di ingiustizia ,questa foto di Aharon non offre il paradiso di nessuna posterità ma lascia  la possibilità di rivolgere alla notte in cui sprofonda ,la speranza di un sogno straziato ma amico
                                                                                                    Miksocrate
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