Amazzonia dream

Chazuta,San Martin Perù
6° 34’ 19” S
76° 07’ 50” O


RÊVER
Je vous souhaite des rêves à n'en plus finir
et l'envie furieuse d'en réaliser quelques uns.
Je vous souhaite d'aimer ce qu'il faut aimer
et d'oublier ce qu'il faut oublier.
Je vous souhaite des silences.
Je vous souhaite des chants d'oiseaux au réveil
et des rires d'enfants.
Je vous souhaite de résister à l'enlisement,
à l'indifférence, aux vertus négatives de notre époque.
Je vous souhaite surtout d'être vous.
Jacques Brel

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 Rumori della montagna

pubblicata da Steven Busignani

Nonostante l’ingrandirsi di nuvole dense e bianche come il latte e numerosi tuoni, il sole era tornato di nuovo al villaggio.




Sound night in Amazzonia video by S.Busignani

Le ventisei famiglie erano riunite in una grande capanna rotonda dal tetto di palma, doveva essere
qualcosa di importante visto che partecipavano alla riunione anche le donne.
Avevano deciso quell’incontro all’improvviso per alcuni fatti che interessavano la foresta.
-Già di ritorno?
Chiese vedendo arrivare Leo.
-Si, non sai che chiasso!
-Che succede?

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-Hanno deciso di cambiare capo villaggio. Roldan è troppo giovane per assumersi la responsabilità. 
L’anziano dei Chucandama ha deciso da solo di assumersi l’onere.
-Immaginavo qualcosa del genere visto che i Chucandama sono il clan più potente. Roldan
è un bravo uomo, ma anche secondo me è troppo giovane per quell’incarico.
-Io… lo stesso me ne sono andata, non sopporto quegli arroganti. Avevo voglia di parlare, ma ho avuto paura.




-Paura? E di che?
-Se avessi parlato, avrei detto cose con rabbia, offendendo di sicuro l’anziano, per cui mi sarei
pentita cosi me ne sono andata prima. Ma non ci voglio più pensare.
-Sto andando al torrente, ti accompagno.
I bambini pescavano imitando i grandi. Era la stagione secca, l’acqua bassa permetteva di avvicinarsi 
alle rocce facilitando cosi la cattura del Carachama una specie di pesce gatto che vive nascosto sotto
le pietre cibandosi sul fondale.
Il sole alto illuminava le chiome degli alberi e radi raggi di luce raggiungevano l’acqua del torrente 
illuminando il fondale e facendolo brillare come un metallo prezioso, il suono degli insetti si fece 
fortissimo, la riunione era finita, la gente stava tornando alle capanne.
Larry un bambino di otto anni nell’acqua ispezionava con un bastone una pietra poco distante.
-Hai visto come brilla la sabbia li? Brilla come l’oro.
Dissi facendogli notare quei bei riflessi.
- Che cos'è l’oro?
Rispose incuriosito Larry. Non aveva mai sentito quella parola.
Aquilino, un anziano arrivo nei pressi del torrente.
-Come è andato l’incontro? Ci sono novità?
Chiese curioso approfittando del momento

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-C'è qualcuno sulla montagna.
Disse, senza sembrare troppo convinto.
-Stanno rubando gli alberi?
Di solito sono i ladri di legname che si avventurano nel bosco senza il permesso del villaggio.
-No, quelli non arrivano lassù. Non ci sono sentieri poi sarebbe troppo faticoso farlo.
Guardammo impressionati verso la montagna che maestosa si alzava protetta dalla foresta.
-E' la casa dell’otorongo (giaguaro), si deve rispettare.
I nativi credono che lo spirito della foresta vive sulla montagna e se malauguratamente decidesse
di scendere ai villaggi porterebbe la morte.
Sembrava impossibile che qualcuno fosse arrivato fin lassù.
Alla riunione si era deciso di formare un gruppo di esploratori per andare a verificare quello che da giorni alcuni 
percepivano come un rumore sordo proveniente dalla montagna, sia stata la voce dello spirito della foresta?
I giovani volontari della spedizione si prepararono bevendo estratti di vegetali, cosi come facevano quando
partivano per la caccia. Le erbe li aiutano a sopportare la fame, la stanchezza e infondono loro vigore e coraggio.
Partirono in fila, ordinati ed in silenzio poco prima dell’alba.
Il torrente arriva dalla montagna, il villaggio è costruito in alto vicino all’acqua.

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L’acqua è vitale per il villaggio, serve per bere, per lavarsi, per pescare.
Al secondo giorno dalla partenza del gruppo dei giovani, una grande quantità di fango scese
dalla montagna trasformando l’acqua del torrente in melma rossa rendendolo inutilizzabile, ma al quinto giorno, dopo faticose
ricerche per trovare acqua potabile, tornò limpido e cristallino come prima. Qualcuno credeva che la storia dell’acqua fosse
dovuta alla montagna che si vendicava per essere stata profanata.
Presto scoprirono come andavano veramente le cose.
Una mattina, al villaggio arrivarono un gruppo di operai, tecnici , un ingegnere tutti indossando un casco protettivo da lavoro giallo di plastica.
Ci stringemmo curiosi attorno agli operai.
-Stiamo facendo prove e rilevamenti. Dobbiamo decidere dove passare con la strada e con i ponti.
Mentre parlava, gli operai con una bomboletta spray segnavano grandi alberi da abbattere che come condannati aspettavano in silenzio la propria sentenza.
Anche il villaggio si sentiva in qualche modo come quegli alberi, costretti a subire una volontà estranea, più forte.
-Una strada?
-Si una strada.
Rispose chiaro un caposquadra, mentre il ritmo della foresta muto d’accento per il passaggio di un elicottero che volava verso la montagna.
-Ci sarà una miniera lassù. Il governo ha già concesso l’autorizzazione.
Disse l’ingegnere segnando con il dito la montagna.
Quando i giovani tornarono al villaggio, la loro vita non sarebbe stata più quella di prima


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Steven Busignani

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