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Asmara blues



"Io sono figlio del Caos e non allegoricamente, ma in giusta realtà"
Luigi Pirandello


A Morelli
Massawa




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Massawa






Asmara
Asmara





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Ande-Mariam




moschea
La moschea



asm
Asmara



blues Asmarino







L’impossibile ritorno al punto di partenza, presuppone l’oblio di tutto quanto è avvenuto fra il momento della partenza e quello del ritorno.


I derivati della memoria, le ossessioni il desiderio, la quotidianità, l’invecchiamento hanno eliminato il sapore preciso del passato: quel sapore che Proust ritrova per un caso fortunato


Forse i miei amici che ritornano ad Asmara come turisti, lo fanno con la segreta speranza di ritrovare un giorno con sorpresa un’emozione, una sensazione da lungo tempo perduta, un istante di giovinezza o d’infanzia.



Quella pausa, quell’oblio momentaneo del passato e del futuro simultaneamente, quella tregua fra il ricordo e l’attesa che ossessiona Stendhal perché assomiglia alla felicità, è anche, e più ancora, quella cui aspira il nostro

animo purificato nella sua forma per preservarlo dagli attentati del tempo e dare ai nostri figli la sensazione di un puro presente, di un presente che dura senza trascorrere perché immobilizzato nel ricordo che non è mai una semplice
ripetizione


Miksocrate



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    le immagini sono di A.Morelli gentilmente concesse



mf

Felicità blues




Felicità raggiunta, si cammina
per te su fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

Eugenio Montale - (Ossi di seppia) Felicità Raggiunta


nasif1
photo by K.Nasif Akhter


Felicità: qualcosa che s’impone su tutto il resto….Senza che sappiamo come.Non è reale, manca di fondamento razionale

Transitoria veridicità, ingannevole, imprevedibile, non programmabile

Tira fuori della realtà più di quanto essa possa offrire. È questo che la rende notoriamente desiderabile.

L’accusa: empia e impietosa

La difesa.”una passione che l’anima attraversa pergiungere ad una maggiore perfezione”
Nulla nella vita, è causa necessaria di felicità, nulla è un ostacolo definitivo al suo raggiungimento bisogna aver voglia di dire (sì) nessun baratto.
E’ un discorso terribilmente serio .La domanda ardua: “SEI FELICE?”
La felicità è espansiva mai missionaria, mentre la tristezza ha bisogno di proseliti.
Tutto è già al suo posto, e l’essere persona occupa il più importante, la felicità sa che è sempre stato così.


Improvvisamente una dimensione di armonia ci prende, si ferma il tempo, lo spazio si dilata e ci si sente infiniti.
 Si è presi dall’attimo come una grazia... ma, quando si esce dalla magia vi è quasi un retrogusto di sapore salato. Il ricordo che ci rimane impresso nel cervello fa si che rimaniamo in vita esclusivamente con la speranza che quell’attimo possa un giorno ritornare.

Oggi si discorre quasi ina maniera imbarazzante di felicità, quasi che la felicità non faccia parte di questo mondo,non a caso se ne parla nella forma del rinvio ad un determinato futuro
La felicità non è determinabile, non è neanche un modo di essere universale, perché può essere felicitante per una persona e non esserlo per un’ altra.
La felicità è un valore con molte forme ,un valore simbolico può essere pensata solo attraverso immagini o idee ,capaci di alludere ad una vastissima serie di componenti.

Tant'è vero che della felicità si evita di parlarne in pubblico. La controparte ti risponderà: "Ma che termine retorico! Forse tu vuoi dire che sei contento!".No,no,no, la felicità non è un'euforia, ma... è neanche una contentezza. E' un qualcosa di più e di diverso.. È un oggetto particolare, un volto, un gesto o l'immagine stessa della nostra intera vita che balza alla nostra attenzione, si differenzia da tutto il resto e ci riempie completamente
La felicità sta nel rapporto con il mondo, sta nel produrre sentimenti per l'altro e per noi stessi.

 E' un falso dilemma quello di dire: la felicità è un fatto puramente soggettivo, egoistico, o è un fatto tutto relazionale. Le due cose si intrecciano. E' difficile, a ben guardare, creare una felicità tutta egocentrica.pochi di noi lo fanno veramente. . L'uomo sano non è egoista. L'uomo cerca l'altro. L'uomo è un "animale sociale", come diceva Aristotele, la sua felicità e la sua sofferenza si trovano lì. E' lì che dobbiamo cimentarci nella felicità.

 E poi c’é la felicità come ricerca, ricerca di quell’oggetto misterioso, che magari un giorno si troverà

















Come fare a spigare la felicità con le parole?
Non ci riesco. Mi sono venuti in aiuto i ricordi della mia infanzia (quando vidi per la prima volta il mare) e le immagini di un bellissimo film “i 400 colpi” del regista francese François Truffaut. Ho maliziosamente inserito una colonna sonora dei PinK Floyd per amalgamare il tutto e senza usare grossi paroloni forse sono riuscito a proporvi un idea di cos’è la felicità per me .
Nella scena che ho scelto Antoine durante una partita di pallone approfitta della disattenzione dei sorveglianti e fugge. Con una lunga corsa arriva sino al mare (che non aveva mai visto prima), , si spinge sino alla battigia, si volta dopo essere entrato con tutte le scarpe nell'acqua. Questa corsa…Il volto del ragazzo serio che vede qualcosa che in qualche modo lo trascende . Il mare qualcosa di sconosciuto e il momento ,l’attimo ,non vi è nessuna manifestazione di euforia non necessariamente un sorriso altro vi è quasi una paura di aver provato un’ emozione forte che difficilmente si dimenticherà.
















miksocrate


mf

PARMA MASSAWA ANDATA E RITORNO



Harar foto by Ahron de Leeuw


ADDIS ABEBA

Latitudine:     9°   O3’ Nord
Longitudine:   38°  42’ Est


Negli ultimi cinquanta anni in Etiopia sono stati fatti ritrovamenti fondamentali per la ricerca sull'origine dell'umanità.  Nel 1974 il ricercatore statunitense Donald Johnson trovò i resti di Lucy, l'ominide di tre milioni e 200 mila anni fa, considerati una delle scoperte scientifiche più importanti al mondo. Lo scheletro quasi completo di Lucy ha contribuito a rintracciare uno dei momenti cruciali nell'evoluzione dell'umanità.
                                                                                                          La Repubblica

A quei tempi ,credevo che nel giro di qualche settimana sarei  tornato in Etiopia ma purtroppo non è stato così e anche se in realtà non l’ho mai lasciata, e per molto tempo  a Parma mi sono rifiutato di vedere la bellezza di un tramonto o la gioia di un pomeriggio estivo, di colpo è arrivato dalla fredda Amsterdam  Ahron de Leeuw  a risvegliare l’orgoglio delle mie origini.Guardando questa foto, ho avuto l’impressione di essere entrato in una specie di sogno”fantasmagorico” è il solo aggettivo che si possa usare per esprimere il tranquillo stupore che si prova davanti a uno spettacolo del genere,la calma celeste di vedere un mercato organizzarsi sotto il sole etiope ad un’altezza di 1851 metri sul livello del mare . Tutto qui? Eppure, da subito mi è stato chiaro che nella mia prima impressione di Harar c’era qualcosa di più della seduzione esercitata dalla bellezza. Una città africana fuori dal tempo di cui avevo scoperto la storia medioevale popolata da canti di poeti(Rimbaud)  ,sultani e religioni che convivono pacificamente in  un'oasi dimenticata da Dio (meno Male).C'era   , come  la sensazione di non essere in nessun posto e dappertutto ,  quasi la restituzione di un vagabondare infantile perduto per le strade di Asmara ,la sensazione di un sogno. No, sapevo che Harar significava molto  di più e anche se, l’avevo dimenticato. Che cosa era? I colori,il nome, il profumo? No,non ero riuscito del tutto a capire ,e a cancellare in me la sensazione di tenue vuoto che quel’oblio scavava nella mia mente: la consapevolezza che un nome mi sfuggiva, un nome che stà sulla punta della lingua ma non viene,un evidenza che ostinatamente si sottrae ,la certezza insomma di aver dimenticato l’ essenziale. Che cosa significa Harar? Trovato! Ecco lì la somiglianza impressionante a una città perduta distrutta dalla guerra: Massawa. Incredibile le stesse architetture, le stesse facce ecco il mio stupore dove nasceva  la città del mio sogno infantile,i miei amici le mie vacanze i primi amori le notti di felicità il profumo di libertà. Anche  se non c’ero mai stato Harar, la riconoscevo e andavo verso di lei lo sapevo,tornavo verso il luogo vero della mia vita e miracolosamente  grazie a una foto mi  ritrovavo dall’altra parte del tempo e dello spazio. A chi è stato come me nel fondo dell’orrore di una guerra, e al di là del tempo sfigurato nell’animo  vittima  di dittatori e di ingiustizia ,questa foto di Aharon non offre il paradiso di nessuna posterità ma lascia  la possibilità di rivolgere alla notte in cui sprofonda ,la speranza di un sogno straziato ma amico
                                                                                                    Miksocrate
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