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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

I trentatré nomi di Dio secondo Mick


Ho scritto una lista di trentatré nomi che per me dicono Dio, divertitevi anche voi andando nella pagina dei  commenti del blog , ognuno ha il suo mondo ....quello che vien fuori è una parte di noi stessi profonda di quel momento e in quel luogo, che potrebbe aiutarci a vivere la vita sotto una luce diversa, mi riprometto di aggiornare costantemente la lista per controllare se dopo un po’ di tempo i miei valori saranno cambiati. I trentatré? Un motivo personale, potrebbero essere i trentatremila o gli Infiniti. Quel libro di nomi collettivo che tutti gli esseri passati e futuri hanno scritto o potranno scrivere: ma che, allo stesso tempo inevitabilmente, si concentra in quel' unico nome il N° 3 che è una sola parola: «Il pane».Sono nomi che come frantumi saltati via da una roccia compatta, esplodono dalla superficie troppo liscia : e varrà dunque la pena tenerseli in tasca o portarli con se,per trovarsi forse un mattino davanti al nulla in solitudine a pronunciare i propri nomi di un Dio, come un
tentativo per dare un volto a ciò che tutti i volti ha o nessuno. Tutto scorre...


elefant
foto in attesa di conferma dal proprietario





africa ocean


1. lo sguardo di una madre verso il figlio
2.il mare al mattino
3. il pane
4. il sorso dell’acqua
5. il suono delle onde
6. un isola sperduta
7. il deserto
8. il volo di un condor
9. la fiamma rossa nel focolare
10. l’erba appena nata
11. la sabbia ,la terra appena arata
12. la lacrima silenziosa
13. il silenzio
14. le mani di un lavoratore
15. il suono del violoncello
16. il sonno in un letto
17. il sorriso triste
18.il sole che sorge e il sole che muore
19. il lampo silenzioso e il suono fragoroso
20. il silenzio fra due amici
21. la savana all’alba
23. la felicità di un cane
24. il cavallo che corre libero
25. la pioggia
26. il vento leggero di mare
27. la neve che cade
28. il gatto solitario nella notte silenziosa
29. la notte di stelle
30. madre
31.i fiori che spuntano dalla terra a primavera
32.  oasi
33. il sonno di un bimbo

silenzio





Miksocrate


mf work in progress

Special people



Il silenzio è sempre gravido di un futuro immediato
Il problema è non sapere se è un grido o una canzone



Gente necessaria

bimbo
C’è gente che col solo pronunciare una parola
accende l’illusione e le campane
che col solo sorriso tra gli occhi
ci fa viaggiare in mondi mai sognati,
ci invita a ricostruire la magia
C’è gente che con la sola stretta di mano
spacca solitudini, convoca a tavola
versa la pasta, colloca ghirlande,
che col solo impugnare una chitarra
compone sinfonie con odore di casa
C’è gente che col solo aprire bocca
raggiunge le frontiere di ogni anima,
allatta i fiori, ti riscalda i sogni,
fa canticchiare il vino nei boccali
e rimane poi così, come se niente fosse
E uno si fidanza allora con la vita
esiliando una morte solitaria
perché sa che in ogni canto della strada
esiste questa gente necessaria.
Hamlet Lima Quintana (Moròn, provincia di Buenos Aires- 15 settembre 1923 – Buenos Aires, 21 febbraio 2002)
Trad. di M.F.









un salto nel tempo per rivedere la fusione elettrica in un orgia onirica di suoni


miksocrate

 Un ringraziamento a  Karim Dridi.  Con Miguel Del Morales, Pepín Vaillant, Mirta Gonzáles, Aníbal Ávila, Alberto Pablo, Armandito Machado, Mario Sanchez Martinez, Gilberto Mendez per la possibilità di poter mostrare spezzoni del documentario Cuba Feliz
mf

La cosa è molto più seria di quanto appare.





orchidea photo by Riccardo Carbognin



I miei amici poeti

Mario Benedetti



tutte le istanze della mia vita hanno qualcosa di tuo
e questo in verità non ha niente di straordinario
obbiettivamente lo sappiamo da sempre tutti e due.
tuttavia c’è qualcosa che vorrei chiarirti,
quando dico tutte le istanze,
non mi riferisco a quanto accade ora,
questo fatto di aspettarti e alleluia trovarti,
e poi mannaggia perderti,
per ritrovarti ancora,
e speriamo mai più.non mi riferisco al fatto che all’improvviso dici,
mi viene da piangere
ed io con un discreto nodo nella gola, piangi pure.
e che un bello scroscione invisibile ci ripari
ed è forse per quello che appare presto il sole.
non parlo soltanto del fatto che un giorno dopo l’altro,
si accresce la riserva delle nostre piccole e decisive complicità,
o il fatto che io possa illudermi di riconvertire le mie sconfitte in vittorie,
e che tu mi faccia il tenero dono della tua più recente disperazione.

no.
la cosa è molto più seria di quanto appare.
quando dico tutte le istanze
voglio dire che oltre quel dolce cataclisma,
stai anche riscrivendo la mia infanzia,
quell’età in cui si dicono cose adulte e solenni
e, solenni, gli adulti le festeggiano,
mentre tu sai invece che tutto ciò non serve.
voglio dire che stai rimontando la mia adolescenza,
quel tempo in cui ero un vecchio carico di astio,
e tu sai quanto mi costa estrarre da quel guazzo,
il mio germe di gioia e annaffiarlo guardandolo.

voglio dire che stai scuotendo la mia giovinezza,
quella giara che nessuno prese mai nelle sue mani,
quell’ombra che nessuno accostò mai alla sua ombra,
e che tu invece sai come agitare
fino a farle cascare tutte le foglie secche,
e scoprire il telaio della mia verità senza prodezze.
voglio dire che stai abbracciando questa mia età matura,
questo miscuglio di stupore e di esperienza,
questo strano confine di angoscia e di nevischio,
questa candela che illumina la fine,
questo dirupo della povera vita.
come vedi, il problema è più serio.
ma serio per davvero.
perché con queste o con altre parole,
voglio dire che non sei soltanto,
quella ragazza così cara a i miei affetti,
ma tutte quelle donne splendide e accorte
che ho amato e amo ancora.

perché grazie a te ho scoperto,
(dirai, e con ragione, era già ora),
che l’amore è una baia bella e generosa,
che splende e si rabbuia
al passo della vita,
una baia nella quale le navi approdano e ripartono,
arrivano piene di uccelli e di auguri,
partono tra sirene e nuvoloni.
una baia bella e generosa,
dove le navi arrivano e se ne vanno.
ma tu,
per favore,
non te ne andare.

Mario Benedetti, traduzione Milton Fernàndez







Francesca-Woodman
photo by Francesca woodman





Miksocrate



mf

Ai miei amici


la mia africa2345_mini
Mik Fedele Miksocrate,La mia Africa (1980), tecnica mista, 70x45 cm

Ho degli amici che non sanno quanto sono miei amici.
Non arrivano a percepire tutto l’amore che li professo e l’assoluta
necessità che ho di loro.
L’amicizia è un sentimento più nobile dell’amore.
Lei fa sì che il suo oggetto si divida tra altri affetti, mentre l’amore è inscindibile dalla
gelosia, che non ammette rivalità.
Potrei sopportare, seppur non senza dolore, la morte di tutti i miei amori, ma impazzirei se
morissero tutti i miei amici!
Anche quelli che non capiscono quanto siano miei amici e quanto la mia vita dipenda dalla
loro esistenza…
Nemmeno li cerco, mi basta sapere che esistono.
Questa semplice condizione mi incoraggia a proseguire la mia vita.
Ma, proprio perché non li cerco con assiduità, non posso dir loro quanto io li ami.
Non mi crederebbero.
Molti di loro, leggendo adesso questa “cronaca” non sanno di essere inclusi nella sacra lista
dei miei amici.
Ma è delizioso che io sappia e senta che li amo, anche se non lo dichiaro e non li cerco.
E a volte, quando li cerco, noto che loro non hanno la benché minima nozione di quanto mi
siano necessari, di quanto siano indispensabili al mio equilibrio vitale, perché fanno parte
del mondo che io faticosamente ho costruito, e sono divenuti i pilastri del mio incanto per la
vita.
Se uno di loro morisse io resterei storto.
Se morissero tutti io crollerei.
E’ per questo che, a loro insaputa, io prego per la loro vita.
E mi vergogno perché questa mia preghiera è in fondo rivolta al mio proprio benessere.
Essa è forse il frutto del mio egoismo.
A volte mi ritrovo a pensare intensamente a qualcuno di loro.
Quando viaggio e sono di fronte a dei posti meravigliosi, mi cade una lacrima perché non sono con me a condividere quel
piacere…
Se qualcosa mi consuma e mi invecchia è perché la furibonda ruota della vita non mi
permette di avere sempre con me, mentre parlo, mentre cammino, vivendo, tutti i miei
amici, e soprattutto quelli che solo sospettano o forse non sapranno mai che sono miei
amici.
Un amico non si fa, si riconosce.
V. De Moraes (Rio de Janeiro, 19 ottobre 1913 – 9 luglio 1980)
Trad. di Milton Fernàndez.

la mia africa
Etiopia,  altopiano Semien


Miksocrate


mf

L’incubo del babbuino



Location Ethiopia
Nearest city Debarq
Coordinates13°11′N 38°4′E Coordinates: 13°11′N 38°4′E
Area
2220 km

simien_mini
Non è vero. Il viaggio non finisce mai.
Soltanto i viaggiatori finiscono.
Bisogna ritornare sui passi già fatti, per rifarli
e per tracciare nuove strade accanto a loro.
Bisogna ricominciare il viaggio.
Sempre.
Il viaggiatore torna sempre al cammino.”
J. Saramago
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Babboo photo by Eric Laffourgue



Incontrare l'assurdo,
l’uomo quotidiano vive con degli scopi e con il pensiero dell'avvenire o della giustificazione (...). Egli valuta le proprie possibilità, fa assegnamento sul più tardi, sulla pensione o sul lavoro dei figli, crede anche che nella sua vita qualche cosa possa avere una direzione. In realtà egli agisce come se fosse libero, anche se tutti i fatti s’incaricano di contraddire tale libertà. (...). In quanto immaginava uno scopo nella vita, si conformava alle esigenze di una mèta da raggiungere, e diveniva schiavo della propria libertà"


Una palla di fuoco in lontananza, il cielo cominciava a cambiare colore .
Le notti africane sono nere come ebano. Miliardi di stelle all’improvviso e l’enorme coperta dell’infinito universo . La schiena dell’infinito.
Aveva le labbra serrate e dure respirava con il naso la fresca e dolce aria dell’altipiano e dalla savana i venti  cominciavano a litigare.  Era decisamente freddo ,il cielo è diventato rosso e le montagne in lontananza si sono tinte di un rosa misto all’azzurra malva.

gelada
 Semien Eth Photo in attesa

Baboo smise di grattarsi e abbandono il suo corpo sul grande ramo. Il vento faceva sventolare le foglie
E fremere l’erba giovane,poi attraverso una folata svaniva ma riprendeva scherzoso a giocare tra i rami.
L’odore del mare anche se remoto si era fatto più forte. Ancora si udiva nelle pause di silenzio, mescolato al frinire assordante delle cicale, il suono morbido di orzo selvatico, che sfregava le spighe le une contro le altre. Poi la dolce e maestosa luna, le palpebre si facevano pesanti e in lontananza in ritardo il basso barrire di un elefante. la  dea notte regina delle tenebre come un velluto nero cominciava la sua vita.

semieniouy
 Semien Eth photo in attesa


Che succede Babboo,calma,che cazzo mi succede? Per qualche strano motivo, , che nessuno è mai riuscito a spiegargli, sente qualcosa che manca . Un’assenza. La coda equilibrio Appena cominciava ad albeggiare moltissimi uomini attraversavano le strade e arrivavano da ogni luogo, con movimenti quotidiani alzavano grosse saracinesche e si apprestavano alla loro attività incomprensibile, un odore pungente di uomo misto a gas puzzolente ammorbava l’aria.
Questo non era il suo mondo. Come mai si trova lì? Un luogo sconosciuto. Se allunga la mano, non sente nessuno .Addosso  una strana divisa non era abituato a essere fasciato, il contatto con il pelo si sente soffocare. Le zampe sono avvolte in guaine metalliche, nessun  contatto con la terra rossa e l'erba verde la grande madre è scomparsa .Sospinto dalla moltitudine di umani, obbligato in un binario invisibile e tutto intorno neanche un volto famigliare .Solo visi consumati . Tutti gli umani sembrano molto decisi di arrivare alla meta sconosciuta non resta che seguire . Braccato e sospinto,sembrano iene una baraonda ognuno dentro incastrato in scomode posizione nel  proprio mondo .Lo sguardo è concentrato ma assente si cammina in automatico un automa idiota le gambe vanno da sole ,ognuno con la sua attività segreta.

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 Etiopia photo by Eric Laffourge


All’inizio lentamente, poi si accelera senza logica braccati all'improvviso si dividono in gruppi,uno stato di completa nullità, sconnessione dalla realtà. Niente domande, soltanto colpi grugniti e insulti sputi catarro e merda. Dopo, solo sguardi, in assoluto silenzio.
Alcuni si fermano davanti a un ammasso di metallo che fornisce un liquido nero e bollente  ,qualcuno accende strane micce di fuoco e aspira fumo. Ora l’odore di umani è forte una strana miscela di gas dolciastro misto a catrame e escrementi. Nessun cucciolo è visibile. Le femmine sono mascherate sembrano lanciare segnali erotici ma nessun maschio si cura di loro. Dopo un lungo corridoio. Cunicoli porte , scale nere come la pece ,alto sopra di lui una specie inquietante insegna luminosa tremolante e minacciosa. Cerca disperatamente di rimanere indietro ma è sospinto dalla calca di gorilla  mascherati . Solo gli occhi gelidi senza nessuna emozione Ah!… e gli occhi, gli occhi fanno male, raddoppiano lo spasmo!Vede occhi solo occhi. 
Indefiniti, verdi, grigiastri, azzurri, neri,in alcuni si vede chiaramente il terrore e, le mani, quelle mani ricolme dure, mani nate per produrre piene di rughe mani giovani ma già vecchie
segreti destini e anelli di mistero…tutte fasciate di guanti indefinibili mani che hanno hanno scordato le carezze.
All’improvviso un  forte rumore, sordo  .Le vibrazioni nel cuore. Avverte l’odore della paura, un suono cupo cadenzato ritmico e sgraziato, pulsano i ventri,tutto trema fino in fondo al cuore. Le orecchie
si perdono .Mille e più volte ancora. Si cerca la gola, i denti.la saliva acida e metallica 
Si strappa un unghia.
La vita, le mani. Un ago gli penetra dentro il cervello che lo avvolge, viene trascinato in uno spazio enorme. Da qualche parte, appeso, un orologio macina incessante il tempo.
C’è  qualcosa di antico e malvagio di mai visto in questa successione di eventi .
Un ché di oscurità che si diffonde.
Se gli dei sono morti dentro di lui, tutto è permesso.
L’ingranaggio corroso fila all’indietro. Un passo un altro passo
Dai contorni spuri di un ambiente mai visto riaffiorano i vecchi fantasmi di anime umane che vagano 
stanche. Insolenti. e beffarde 
sostanze proteiformi  mai concluse, l’uomo e la sua stirpe si appresta a produrre.


foto in attesa
 Semien Gelada photo in attesa


Una foresta di metallo. Una fiammante visione di potenza ,un Dio metallico che assoggetta tutti ivi compresa la Dea generatrice di vita.Amico qui si controlla il mondo è tutto imprigionato nell’energia elettrica della storia
Era in mezzo al branco ,ma era come se fosse solo,  il rumore sempre più intenso che divelte; che strappa, che stringe, che spalanca, che squarta, che penetra e s’inoltra Nuvole di vapore sembrava la nebbia , una foresta di tubi d’acciaio e plastica e infiniti fili di connessione che si perdono in binari di un mondo di ferro con esclusivi  colori grigio e nero-grigio.
Il capo branco enorme si individua subito e lui che prende decisioni è minaccioso non bisogna guardarlo negli occhi, con grida  grugniti e gesti divide impaziente la massa in squadre. Segue sono sol sette la squadra
Ora.si trova in una posizione assurda prende un oggetto aziona una leva,riprende l’oggetto e riaziona una leva, l’operazione si concludeva in pochi secondi... poi un altro oggetto e ...di nuovo lo stesso movimento per tutta la sua  fottuta esistenza .Tutto in lui è ermeticamente chiuso nel cuore che pompa invano,non può fermarsi .Sempre più veloce lo stesso movimento imprigionato in uno spazio assurdo, comincia a sudare , avanti e indietro, in secoli stellari,deve assolutamente pensare ad altro se no morirà.lo deve fare a poco tempo.
E gli occhi all’inizio vigili cercano un ricordo ma il cervello è vuoto, si rassegna non ci riesce sta per cedere. Sogni disciolti in lacrime e sospiri.
Ogni giorno è un giorno da sgravare. La rabbia impotente gli monta ma e come incatenato, vede i volti spenti degli altri ,chiede aiuto con lo sguardo ma tutti sono altrove, qualche femmina dalle occhiaie affossate cerca la sua attenzione senza tempo.Ormai è perduto non doveva finire così...
Scosso per le spalle da una mano pelosa , un odore famigliare gli riempie le narici.
Baboo! Babboo Babboooooo|
Sveglia! Un gemito gutturale nella luce brillante di un bellissimo sole in una valle dorata in fasci di colori, una mano lo accarezza dolcemente e un naso umido si avvicina al suo orecchio ,un alito caldo pieno di vita, il suo grido è di dolore senza fiato.Il suo suono finalmente libero ,solo gioia,solamente gioia.
Un paesaggio cosmico si perde a vista d’occhio, la rugiada mattutina vivida e scintillante di mille colori ,senza fiato incantato di ritrovarsi a casa. Terra rossa ed erba verde..



semien kiop
Semien Etiopia photo in attesa


Miksocratre
P.s. solo una bozza work in progress

mf
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