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Una carezza dal tempo e uno schiaffo dalla storia

A volte basta un attimo per scordare una vita,ma a volte non basta una vita per scordare un attimo

                                                                                                                                   

photo by Adam Magyard



Eraclito:”Nessun uomo si bagna due volte nello stesso fiume”.

È sempre lo stesso fiume che scorre,ma non è mai la stessa acqua. Sulla placida superficie a volte si forma una schiuma con delle bolle che rimangono in formazione sferica solo per pochi secondi.
Queste appaiono e scompaiono come spiriti e lo stesso vale per il mondo e per gli umani e le loro città. 
Generazioni intere muoiono un mattino ma sono sostituite la sera .

Si comportano esattamente come le bolle che appaiono e scompaiono nel fiume.
E quegli uomini che nascono e muoiono,da dove vengono? Dove andranno? Non lo sa nessuno.

I saggi dicono: Il tempo è un fiume, tutti vorrebbero mettersi sulla sua sponda a contemplarne il corso ,ma il fiume del tempo è crudele, esce dagli argini e li sommerge.

L’uomo è nel tempo come un pesce che ignora l’oceano.

Nessuno conosce quella figura totale del tempo che si chiama Storia,e che esiste solo nei pensieri di un Dio assente, e tutti i ricordi, tutti i dolori di un’esistenza, alla fine si cancellano e restano soltanto i sogni a cui non resta ormai che affidare il fardello della vita.

Ma il tempo della storia non è mai da solo non viene da nessun luogo e non porta da nessuna parte,

tutti ci siamo dentro ma pochi ne sono consapevoli.

Non esistono né il passato né il futuro; il presente è puro azzardo aperto come due false prospettive che precipitano in un abisso davanti e dietro di noi.




Adam Magyard cerca di dimostrare la teoria di Einstein con una macchina fotografica modificata da lui, quello che ottiene è inquietante.



Appassionato di dispositivi fotografici spesso trovo sofisticati strumenti realizzati per scopi industriali li modifico per l'uso dell'arte e li metto in un contesto umano . In particolare mi piace lavorare con l'incredibile quantità di dettagli che solo un occhio macchina può vedere. Inizialmente , ho fatto il video come un esempio per le fotografie della ' inox ' . Salii la linea U2 della metropolitana di Berlino con una telecamera ad alta velocità e catturato la piattaforma mentre il treno stava arrivando da Alexanderplatz . Quando ho elaborato i dati  ho visto una fila infinita di sculture viventi . Il film ha rivelato la bellezza che si trova nella più semplice delle scene e la più comune delle situazioni. Catturare 1000 fotogrammi al secondo è al limite della  fotografia e del cinema . Si scopre una dimensione temporale emozionante e un mondo di nuove percezioni .



                                                                                                                                   
                                                                                                      

 Micsocrate    


mf                                                                                                                               

Il tempo della paura


"Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla pelle,
sentire gli odori delle cose, 
catturarne l’anima. 
Perché lì c’è verità, 
lì c’è dolcezza, 
lì c’è sensibilità, 
lì c’è ancora Amore".
(Alda Merini)


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Market photo by Luca Gargano


Sono I tempi della paura.
Il mondo vive in uno stato di terrore, (...) e il vero autore del panico planetario si chiama Mercato.
Questo signore non ha nulla a che vedere con l'indimenticabile luogo del quartiere dove si va in cerca di frutta e verdura.
E' un onnipotente terrorista senza volto, che sta in ogni luogo, come Dio, e crede di essere, come Dio eterno.
I suoi numerosi interpreti annunciano: "Il Mercato è nervoso".
E avvertono: "Non bisogna irritarlo".
Il suo frondoso manuale criminale lo rende temibile.
Ha trascorso la vita rubando il cibo, assassinando lavori, sequestrando paesi e fabbricando guerre.
Per vendere le sue guerre, il Mercato semina paura. E la paura crea il clima. 
Eduardo Galeano.

curzio70
photo by Curzio70


Ciò che mediante il denaro è a mia disposizione, ciò che io posso pagare, ciò che il denaro può comprare quello sono io stesso, ossia il compratore.
Quanto grande è la forza del denaro tanto grande è la mai forza.
Così scrive Marx nei Gründrisse a metà Ottocento, e la situazione odierna non è affatto migliorata.
Il denaro è ancora il Dio che dotiamo di tutte le capacità e che può far tutto: creare, comprare, vendere, distruggere, appagare.
Altro che Cristo o Allah, il Dio-denaro è più potente e più onorato: è la suprema merce che sconvolge
gli equilibri naturali e la sola fede in cui si misura l’uomo, con un’unità per cui non è importante l’essere, ma l’avere.
Quanto grande è la forza del denaro tanto grande è la mai forza,
ed io per essere migliore devo avere solo più soldi. Questa è la nostra società.
Così noi siamo.
"Io sono libero quando non ho responsabilità, quando non mi impegno e quando non devo niente a nessuno.
La fatica fa paura, qui, dove tutto è veloce e deve esserlo, e la rifuggo, sia fisicamente che mentalmente."
E questa mentalità fa così parte della nostra mentalità e sensibilità che ormai anche la faciloneria è diventata
una categoria etica, ovviamente positiva: il Facile è il Buono.

La visione di Mosè e di Gesù di Budda, la visione di una terra giusta, di un amore per il prossimo, di un’universalità,
l’abolizione delle barriere fra paesi, classi, razze, l’abolizione degli odi tribali: questa visione era nobile–
siamo rimasti d’accordo su questo, vero? – un’immensa impazienza. Ma era anche qualcosa di più.
Era una sopravvalutazione dell’uomo.
Una sopravvalutazione forse fatale, forse insensata, eppure magnifica, giubilante, dell’uomo.
Il più grande complimento che gli sia mai stato fatto. La Chiesa ha ostentato un disprezzo tremendo per l’uomo.
L’uomo è una creatura caduta dalla grazia, condannata a trascorrere la sua sentenza a vita lavorando col sudore della fronte.
Polvere alla polvere. Per Gesù invece le sue capacità non conoscono confini, i suoi orizzonti, i balzi del suo spirito sono illimitati, o quasi.
L’uomo mira alle stelle. Non è infangato dal peccato originale ma è lui stesso l’origine. […] Sì, abbiamo sbagliato. Sbagliato mostruosamente, come dici tu.
Ma il grande errore, quello di sopravvalutare l’uomo, l’errore che ci ha traviato, è in assoluto la mossa più nobile dello spirito umano nella nostra tremenda storia.
Per me, per tanti prima di me, questo errore ha compensato le nostre mancanze. Ha trasformato la barbona ubriaca che sta qui davanti a noi in una cosa senza limiti.
Ogni mendicante è un principe di possibilità”.
Miksocrate


mf

Scrittori della luce




Per un motivo o per l'altro, sono un triste esiliato.
 In un modo o nell'altro, viaggio con la nostra terra e continuano 
a vivere in me, laggiù, lontano, le essenze longitudinali della mia patria. 


P. Neruda


Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato.
Edgar Allan Poe

Che cosa dicono queste fotografie?
Dicono semplicemente il ricominciare perpetuo del tempo-niente altro.
Il tempo che strappa e distrugge ma che intanto inconsapevole 
apre una piccola breccia nello spazio soffocante del mondo.
Una fessura. È la luce, dove con arroganza, s’insinua la bellezza di
queste fotografie per dare un significato possibile di una vita nuova.

il buddismo zen chiama "satori"il lampo che squarcia il velo opaco dei fenomeni
abbandonando la coscienza a un 'estasi senza contenuto.la mente si spoglia di
ogni illusione, accerta che tutto intorno a lei sia votato a perdersi, accetta la sconfitta
e vi scopre la forma adeguata della propria gioia


eric L.
 Etiopia Eric lafforgue


Tutti noi, scriviamo per noi stessi, nel sogno, 
le storie più assurde, strampalate surreali e fantastiche. 
Ognuno di noi visita, senza averne una mappa, questa vera
 e propria foresta incantata che è l'onirico.
 La maggior parte al risveglio non porta con sé nessun ricordo
 di questi viaggi, o al massimo conserva qualche confuso lembo di immagine. 
Gli artisti invece, evidentemente, ricordano.
 Spesso le loro opere partono proprio da una visione 
onirica, che poi è sviluppata, elaborata, amplificata.




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Harar Etiopia Eric Lafforgue.




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 Polinesia Luca Gargano



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Bangladesh Sheik



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S. M, Rafi




HararJugol
Harar EtiopiaAhron de  Leewu




Shik890
Sheik







Miksocrate




mf

IL TEMPO PER TOCCAR LE STELLE




Curzio70
foto by Curzio70



Ti auguro tempo

Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.

Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.

Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri. 

Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull’orologio.

Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.

Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.

Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.

Elli Michler



Al Bar, Hitler in fondo era un bravo ragazzo


Parma  44°49'20'' N, 10°17'43" E
The  End by S.Williams
Un oceano di Silenzio scorre lento
Senza centro né principio
Cosa avrei visto del mondo
Senza questa luce che illumina
I miei pensieri neri.
Der Schmerz, der Stillstand des Lebens
Lassen die Zeit zu lang erscheinen)
Quanta pace trova l'anima dentro
Scorre lento il tempo di altre leggi
Di un'altra dimensione
E scendo dentro un Oceano di Silenzio
Sempre in calma.
Und mir scheint fast
Dass eine dunkle Erinnerung mir sagt
Ich hatte in fernen Zeiten
Dort oben oder in Wasser geleb

F. Battiato

The others foto by Luca Gargano

A volte, quando tranquillamente stai sorseggiando un caffè, senti senza volerlo il solito idiota che fa dei ragionamenti spietati infarciti da battute rozze e volgari che offendono con tranquillità serafica sesso religione e popoli. Ultimamente, si è sempre più inclini a tollerare espressioni spregevoli (spesso sdoganate dal potere politico) fatte da un razzismo di bassa lega in cui Hitler addirittura è considerato un bòn ragazz.


E non e finita qui, alcuni se ne vantano e messi al dunque dichiarano innocentemente che, farebbero di peggio. Spesso, intervengo. E con delle domande alla Socrate riesco a spiazzarli o almeno tento di farmi capire. Invitandoli con ironia a ragionare (ad esempio sulla razza) chiedo brutalmente: <<Lo sapevi che nel 1973 hanno rinvenuto Lucy (vedi post precedente) femmina adulta di colore nero dell'età apparente di 25 anni, vissuta in Etiopia almeno 3,2 milioni di anni fa e che al 99,9 per cento delle probabilità noi siamo suoi parenti?>>Di solito a questo punto, essendo di un’ignoranza abissale vanno nel panico.. e la buttano sulla cafonaggine con slogan beceri imparati a memoria da qualche talk show diseducativo(notare  che,costoro così ansiosi di manifestare il loro sapere non hanno mai letto un libro e solitamente ne vanno fieri vedi post stupidità nel silenzio assordante dell’angoscia.,Io la proporrei una pena detentiva nel nostro ordinamento giuridico, un libro al giorno e niente tv) ma quello che fa più male e che tutto ciò avviene nell'indifferenza totale dei presenti, e che certe affermazioni partano proprio dalle persone che consideravi semplici e miti e che nel limite del possibile avevi stimato per il loro passato di attivisti in partiti "progressisti" che con Hitler non avevano niente da spartire.
Sovente se pur imbarazzato fai finta di niente e acconsenti con un sorriso di circostanza pur sapendo che dentro di te spaccheresti l'universo. Delle volte sento una strana sensazione. Come se mi mancasse l'aria e mi ribello, esplodo. In giro si dice che non sia (normale), lo so non vinco mai e ne sono consapevole. Quante volte mi son ritirato con la rabbia di sentirmi quasi complice. Perché lo faccio? Per il quieto vivere, per non crearmi dei nemici, anche se dopo mi sento un vigliacco. Tornato a casa, guardo mia madre e mi vergogno. Poi però quasi per giustificarmi penso che con certe persone non serva a nulla e di smettere anche con le mie solite socratiche romanze. Tutto inutile, tutto perduto. Acquisito che: chi esprime ciò che veramente pensa è sempre il meno vigliacco o almeno si spera . Il grosso problema è che ci sono quelli che acconsentono passivi, li vedo, li sento, come dei veri sciacalli del pensiero idiota, sempre in seconda linea al sicuro nascosti fra i maschi idioti dominanti. Si aspettano con ansia  i  resti di ( un pensiero illuminato) da ingurgitare alla svelta per paura di essere visti. Riflettendo, è proprio da questi che devo aver paura .Falsi, moralisti,e silenziofobi che raccolgono il pezzetto di carta sul marciapiede, dicono di rispettare l’ambiente e poi di notte inquinano con un’auto enorme e con finestrini aperti riversano per le strade un volume da discoteca per esternare tutto il peggio dopo la loro performance  alla TV,usata nei talk - show ormai per riunire gli idioti di tutto il mondo .E la mattina al bar stanchi ma felici,ad esprime il loro sapere con passione, ma che bravi ragazzi almeno non si drogano. Negli anni settanta a Parma, non si sentiva tanta volgarità gratuita o forse era repressa. Che cosa è successo? Sta forse prevalendo l'istinto becero del tutto è lecito? Perché alcune persone esprimono (liberamente) pensieri indicibili? Perché sì è fatta una guerra con milioni di morti e per difendere chi?E perché si è ucciso massacrato, stuprato per tollerare che certe posizioni potessero venire espresse? Perché i sopravvissuti prendono tranquillamente un caffè masticando un dolce e vomitando sentenze nell'indifferenza totale o peggio con la complicità silenziosa dei presenti? Tutto è tollerato, tutto è permesso ognuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni ma cosa è servita la scuola e lo studio della storia. Io mi sento sconfitto e triste e dannatamente in obbligo di andare almeno nella tomba di una vittima qualsiasi della seconda guerra mondiale e chiedergli scusa. Sai stavano scherzando non te la prendere chi ha dato ha dato eri giovane non sapevi quello che facevi. Anni fa, a Bardi una piccola località di montagna nel parmense, mi ricordo di un vecchio oste piccolino e magro che a un’enorme umano che davanti a una platea sanguinaria rigurgitava pensieri osceni sulle gesta di Hitler, lo zittì e gli disse se cortesemente poteva accomodarsi fuori e invitandolo a non farsi mai più ma mai da bon  rivedere. Una scena quasi irreale il David contro Golia. Quell’uomo si vergognava terribilmente di servire una tal persona. Quel giorno al bar si creò un silenzio di tomba, alcuni clienti in un cantuccio ridacchiavano con uno sguardo di complicità canina. Il piccolo oste si rivolse ai presenti dicendo che gli dispiaceva e si scusava dell'atteggiamento dell'energumeno e rimarcava quasi ossessionato la differenza fra un uomo e l’animale. Si rifiutava totalmente di ascoltare simili affermazioni, e poiché era obbligato a stare lì uno dei due era di troppo. Tornato dietro il banco, che gli dava la sicurezza di un palco, appoggiò i palmi delle mani sul ripiano in marmo che in quel momento rifletteva una luce vivida conferendo alla scena qualcosa di già vissuto e, scandendo bene le parole alzando la voce di un'ottava, con una calma glaciale, disse: «Io sono disposto anche a chiudere per mancanza di clienti, ma la mia coscienza mi sussurra che forse ho ragione e un giorno il più silenzioso di voi verrà a cercarmi per uccidermi, solo una cosa vi chiedo, per favore non venite al mio funerale».


                                                                                 Miksocrate

foto di  Luca Gargano e S Williams
Allego un video irriverente che" forse" non c'entra niente con il post, ma il blog è mio e faccio quello che voglio. Dedicato a tutti quelli che odiano il mondo intero, ma non guardano mai a sé stessi. Il genio di Spike Lee anche se provoca fa molto pensare: La 25 ora.  Attenzione al linguaggio, é crudo.

POST scritto in autobus n°4 nel tragitto che va da via Mordacci a piazza Garibaldi è solo una bozza da rivedere. Non sono responsabile di eventuali attacchi di follia dovuti ai problemi esistenziali che vi creerete.











                                           
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