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Dopo l’amore







Mahe –Seychelles- Latitude: -4.6826  Longitude: 55.4803.



delta miki9
photo by Delta9 Mikki


‟Adora l’amore, Mick. Fanne la tua conquista più bella, la
tua sola ambizione. Dopo gli uomini, ci saranno altri uomini.
Dopo i libri, ci sono altri libri. Dopo la gloria, ci sono altre glo-
Rie. Dopo il denaro, c’è il denaro. Ma dopo l’amore, Mick…
Dopo l’amore, c’è solo il sale delle lacrime.”


delta9 ikki
photo by Delta9 Mikki
sabato 19 ottobre 2013
miksocrate



mf

Amabile follia


I pazzi osano dove gli angeli temono d'andare.
Alexander Pope



vincent_van_gogh-campo_di_grano_con i_corvi
Vincent Van Gogh Campo do grano con corvi

Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, 

quelli che sono pazzi di vita,
pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo,

quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano,
come favolosi fuochi artificiali color giallo che 

esplodono come ragni attraverso le stelle
e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh!” -
Jack Kerouac, On the road, 1957




Devo diventare quello che sono,


amare le speranze degli altri disprezzare chi mira 
soltanto ad incutere vergogna.

Perché la cosa più umana che posso fare e risparmiare a 
qualcuno l’umiliazione.
Il sigillo della mia libertà è non provare vergogna davanti a me stesso.




Miksocrate

 mf

La cosa è molto più seria di quanto appare.





orchidea photo by Riccardo Carbognin



I miei amici poeti

Mario Benedetti



tutte le istanze della mia vita hanno qualcosa di tuo
e questo in verità non ha niente di straordinario
obbiettivamente lo sappiamo da sempre tutti e due.
tuttavia c’è qualcosa che vorrei chiarirti,
quando dico tutte le istanze,
non mi riferisco a quanto accade ora,
questo fatto di aspettarti e alleluia trovarti,
e poi mannaggia perderti,
per ritrovarti ancora,
e speriamo mai più.non mi riferisco al fatto che all’improvviso dici,
mi viene da piangere
ed io con un discreto nodo nella gola, piangi pure.
e che un bello scroscione invisibile ci ripari
ed è forse per quello che appare presto il sole.
non parlo soltanto del fatto che un giorno dopo l’altro,
si accresce la riserva delle nostre piccole e decisive complicità,
o il fatto che io possa illudermi di riconvertire le mie sconfitte in vittorie,
e che tu mi faccia il tenero dono della tua più recente disperazione.

no.
la cosa è molto più seria di quanto appare.
quando dico tutte le istanze
voglio dire che oltre quel dolce cataclisma,
stai anche riscrivendo la mia infanzia,
quell’età in cui si dicono cose adulte e solenni
e, solenni, gli adulti le festeggiano,
mentre tu sai invece che tutto ciò non serve.
voglio dire che stai rimontando la mia adolescenza,
quel tempo in cui ero un vecchio carico di astio,
e tu sai quanto mi costa estrarre da quel guazzo,
il mio germe di gioia e annaffiarlo guardandolo.

voglio dire che stai scuotendo la mia giovinezza,
quella giara che nessuno prese mai nelle sue mani,
quell’ombra che nessuno accostò mai alla sua ombra,
e che tu invece sai come agitare
fino a farle cascare tutte le foglie secche,
e scoprire il telaio della mia verità senza prodezze.
voglio dire che stai abbracciando questa mia età matura,
questo miscuglio di stupore e di esperienza,
questo strano confine di angoscia e di nevischio,
questa candela che illumina la fine,
questo dirupo della povera vita.
come vedi, il problema è più serio.
ma serio per davvero.
perché con queste o con altre parole,
voglio dire che non sei soltanto,
quella ragazza così cara a i miei affetti,
ma tutte quelle donne splendide e accorte
che ho amato e amo ancora.

perché grazie a te ho scoperto,
(dirai, e con ragione, era già ora),
che l’amore è una baia bella e generosa,
che splende e si rabbuia
al passo della vita,
una baia nella quale le navi approdano e ripartono,
arrivano piene di uccelli e di auguri,
partono tra sirene e nuvoloni.
una baia bella e generosa,
dove le navi arrivano e se ne vanno.
ma tu,
per favore,
non te ne andare.

Mario Benedetti, traduzione Milton Fernàndez







Francesca-Woodman
photo by Francesca woodman





Miksocrate



mf

Ai miei amici


la mia africa2345_mini
Mik Fedele Miksocrate,La mia Africa (1980), tecnica mista, 70x45 cm

Ho degli amici che non sanno quanto sono miei amici.
Non arrivano a percepire tutto l’amore che li professo e l’assoluta
necessità che ho di loro.
L’amicizia è un sentimento più nobile dell’amore.
Lei fa sì che il suo oggetto si divida tra altri affetti, mentre l’amore è inscindibile dalla
gelosia, che non ammette rivalità.
Potrei sopportare, seppur non senza dolore, la morte di tutti i miei amori, ma impazzirei se
morissero tutti i miei amici!
Anche quelli che non capiscono quanto siano miei amici e quanto la mia vita dipenda dalla
loro esistenza…
Nemmeno li cerco, mi basta sapere che esistono.
Questa semplice condizione mi incoraggia a proseguire la mia vita.
Ma, proprio perché non li cerco con assiduità, non posso dir loro quanto io li ami.
Non mi crederebbero.
Molti di loro, leggendo adesso questa “cronaca” non sanno di essere inclusi nella sacra lista
dei miei amici.
Ma è delizioso che io sappia e senta che li amo, anche se non lo dichiaro e non li cerco.
E a volte, quando li cerco, noto che loro non hanno la benché minima nozione di quanto mi
siano necessari, di quanto siano indispensabili al mio equilibrio vitale, perché fanno parte
del mondo che io faticosamente ho costruito, e sono divenuti i pilastri del mio incanto per la
vita.
Se uno di loro morisse io resterei storto.
Se morissero tutti io crollerei.
E’ per questo che, a loro insaputa, io prego per la loro vita.
E mi vergogno perché questa mia preghiera è in fondo rivolta al mio proprio benessere.
Essa è forse il frutto del mio egoismo.
A volte mi ritrovo a pensare intensamente a qualcuno di loro.
Quando viaggio e sono di fronte a dei posti meravigliosi, mi cade una lacrima perché non sono con me a condividere quel
piacere…
Se qualcosa mi consuma e mi invecchia è perché la furibonda ruota della vita non mi
permette di avere sempre con me, mentre parlo, mentre cammino, vivendo, tutti i miei
amici, e soprattutto quelli che solo sospettano o forse non sapranno mai che sono miei
amici.
Un amico non si fa, si riconosce.
V. De Moraes (Rio de Janeiro, 19 ottobre 1913 – 9 luglio 1980)
Trad. di Milton Fernàndez.

la mia africa
Etiopia,  altopiano Semien


Miksocrate


mf

UN MILLESIMO DI SECONDO

TIME
Guardando le fotografie di Roberto Salvaterra, per fare onore al mio sopranome mi son chiesto perché l’immagine della vita è sempre più dolorosa della vita stessa? Perché si piange su un ritratto e mai su un volto reale? Perché devono essere le immagini a restituirmi la verità delle cose amate fra le quali sono vissuto ?. Forse, perché l’immagine essendo il segno delle cose ne richiama l’essenza, e nello stesso tempo la mancanza dell’oggetto  in quell’istante particolare ci indica la sua scomparsa per poi restituircela nello splendido simulacro del suo dono infinito . Ma è necessaria un’immagine per raggiungere la verità sulla nostra vita?No di certo, è pura illusione un'immagine offerta e sottratta  per renderci  l’oggetto più desiderabile  ma nello stesso tempo  insopportabile e straziante in quanto perduto. Ecco in cosa consiste la verità dell’immagine. Da ex fotografo vi dico che: se l’immagine è più vera (più vera perché commovente e smaccatamente impietosa) della realtà, e perché solo la memoria permette di cogliere il pathos dell’esistenza, e ci costringe a guardare e riguardare tentando di correggere i difetti e i torti subiti nella nostra vita sapendo che, ormai non è più possibile tornare indietro. È come un sentimento velato di stupore e di rabbia che ci invade per aver vissuto quasi nell’indifferenza la nostra vita. A volte ci si promette di svegliarsi domani e come d’incanto di sorridere alle persone amate  sperando segretamente che quel immagine di un



Un solo attimo foto trovata in un cassetto

millesimo di secondo rimanga nella loro memoria .  La tecnologia ci dà l’illusione di ridurre il tempo  e può vedere ciò che l’occhio non è  in grado o non ha voluto vedere,e il fatto stesso di  fermare un soggetto nel tempo fa assumere allo stesso un significato che non ha.  Ecco che a un tratto si è colti dalla scandalosa bellezza di ciò che si sta guardando(teoria di Mik ,i quanti secondo la mia interpretazione pazzoide e  filosofica) un piccolo frammento di realtà appiattito dentro un riquadro diventa una cosa ben più profonda della vita stessa e ci riporta a odiare e amare con tenerezza quel grande tiranno che è il tempo ,scoprendo che solo per un attimo possiamo riprenderci una piccola, anche se illusoria rivincita su un passato che non ritornerà mai più. Ecco la grandezza di un fotografo riuscire a essere consapevole che si sta sfidando il tempo con le sue stesse armi,sapendo fin dall’inizio che lui vincerà sempre- Se il tempo incontrasse uno specchio sarebbe la sua fine  perché il tempo non sopporta la sua immagine è come  una femmina narciso e lo sa. Chiedersi se le fotografie di Roberto Salvaterra siano arte, vuol dire rovesciare i termini della questione, è l’arte che non è niente se non tocca ciò di cui queste fotografie sono testimonianza. 

                                                                                   Miksocrate 
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