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HOMO IRRESPONSABILE

L’irrilevanza della propria vita davanti alla bellezza dell’oceano

Una sera bellissima in solitudine davanti all’oceano indiano

Dialogo irreale dell’oceano con Miksocrate                   
                                                                                                                



Ocean foto in attesa

"Esistono solamente due specie di follie contro le quale dobbiamo proteggersi
Una è la credenza secondo la quale possiamo fare tutto.
L'altra è quella secondo la quale non possiamo fare niente."
(André Brink, scrittore sudafricano)


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Voi uomini vivete la vostra insignificante vita come chiocciole nei vostri gusci troppo pesanti da sostenere per valicare i grandi oceani che vi separano dalle azioni e dai pensieri. Vi comportate con un’abilità da vecchi titolari di rendite vitalizie in modo che, non succeda nulla fra voi.
Siete dei vecchi corpi invasi da parassiti e dai residui della memoria che sognano nei loro letti su quello che succedeva una volta e su quello che potrebbe succedere domani.
 
State sulla terra in case per difendere assiduamente la vostra proprietà contro i proprietari vicini e contro quelli che non possiedono nulla. La vostra realtà si è dissolta, l’esistenza è in fumo e le passioni immaginarie al vento. Tutto ciò in nome della produzione di beni fine a se stessi e a poca importanza che siano cellulari o bombe a mano.
Eppure un lavoro esiste e deve esserci un possesso reale, voglio dire per i contadini, i poeti, gli scrittori o i pescatori o dovete solo produrre senza sapere cosa state facendo?
Si può produrre e crescere all'infinito?
Perché date valore allo stato sociale di un singolo?Forse perché siete stati educati per rafforzare l’idea dell’uomo produttivo piuttosto che l’uomo in se,
come a preservarvi o a cancellare la memoria d’idee diverse che vi avrebbero per forza portato alla conoscenza. Siete proprio sicuri che questa evoluzione economica senza pensiero possa durare?
Posso ammettere quasi con certezza che non create più il sociale, ma l’opposto, siete ormai alla ricerca di un lavoro a tutti i costi senza nessuno scopo che non sia materiale.
Stimate degli uomini perché producono occupazione nonostante siano spesso grezzi e volgari, onorate i vostri giovani che si ammazzano di lavoro, ma che mancano di arguzia e pensiero, elogiate i cosi detti bravi ragazzi che hanno mille sacrifici sulle spalle e una buona posizione e lì ammirate anche quando questi rubano, corrompono o producono armi di distruzione di massa. Tutto ciò fa si che nel pianeta, siate legati a milioni d’individui in rapporti solo meramente lavorativi e le vostre relazioni umane sono fondate solo sull’utilizzo. Siete ormai simili a un utensile da supermercato usa e getta. Che cosa ci fate dentro i vostri corpi? Forse siete dentro ad eterne valigie in un rullo trasportatore all’aeroporto di Dubai . Poi spesso, nell’ipocrisia totale qualcuno di voi muore ed ecco allora che vi disperate, e pensando alla vittima vi stupite di quel lavoro non chiedendovi mai cosa effettivamente quell’uomo stesse facendo della propria vita.
In realtà ciò che vi conferisce valore non siete più voi come persone o l’ambiente, dove vivete, non più le azioni che avete fatto nella vostra vita bensì il sacrificio estremo nel sistema produttivo.Chi di voi poi ha sacrificato l’esistenza “per un giusto fine” lo si commemora dicendo che ha fatto semplicemente il suo dovere, innalzandolo come bestia o come martire della società. Cosi da semplice vittima, trasformate un ignoto disgraziato in ispiratore del pensiero dominante, per poi come avvoltoi riunirvi piangendo, nella nobiltà del lavoro, e sposare per sempre l’idea che il bene comune è consumarsi fino alla morte .


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