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Laudato sii, mio Signore, per sora acqua,
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FRAMMENTO
Dalla terra nasce l'acqua, dall'acqua nasce l'anima...
È fiume, è mare, è lago, stagno, ghiaccio e quant'altro...
è dolce, salata, salmastra,
è luogo presso cui ci si ferma e su cui ci si viaggia
è piacere e paura, nemica ed amica
Eraclito....
Solo mia sorella acqua porterà la pace nel mondo
Miksocrate
Nel mio villaggio adesso c'è l'acqua...Ho visto Tutto. ...Posso morire...in pace.
(Capo villaggio di novantadue anni)
mf
Accenditi, sintonizzati, scompari
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"Amore mio lasciami andare"
Photo by Nick Brandt. |
"Quando non può più lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l'andatura di cappa che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela.
La fuga è spesso l'unica possibilità ...quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l'illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione. Forse conoscete quella barca che si chiama desiderio."Elogio alla fuga ...Innamorarsi e fuggire
Mi sono innamorato della rivolta dello stile, un credo storto e senza costrizioni, soggetto solamente ai venti e ai mutamenti, capace di alimentarsi dell’unica maniera possibile del crescere “la conoscenza , la prova e l’ incontro".
Photo by Monica |
Photo By Mitchell Kanashkevikh |
Ho messo in pericolo la tranquilla agiatezza dei miei amici avventurandomi nella profondità della savana, alimentandomi di suggestioni romantiche e sfidando ogni pericolo, nello sfondo solo una vaga infatuazione di altri mondi mentre l’oriente lontano raccontato attraverso la musica di George Harrison rimaneva . E il mio pensiero... vagava.... immaginando donne , poesie e deseri dove le parole fluivano come le note di un sax free o i colori di Pollock. Ma il mio capolavoro sono questo pezzo di stoffa i miei jeans lavati personalmente nel ruscello con le pietre e poi indossati sfidando il perbenismo anche per fare il bagno nel Mar Rosso asciugati con il sale a Gurgusum. La mia personale icona, chiara espressione artistica per il mio nomadismo e la mia ribellione che mi hanno seguito fin su Montagne , valli, deserti, oceani autobus magici alle Seychelles... per poi finire in un cassetto di sonni agitati in una stanza a Parma .Non fuggo più. Sono diventato stanziale. "...Ma mi riprenderò certo..perseguire un obiettivo che cambia continuamente e che non è mai raggiunto è forse l'unico rimedio che mi è rimasto all'abitudine, all'indifferenza, alla sazietà. Non per indietreggiare ma per avanzare. E' la speranza dell'immaginazione che mi aspetta dietro quell'angolo"
Miksocrate
mf Work In progress Solo una bozza veloceErcolino Settebellezze
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Ka mate
Ka ora’ .
Da piccolo a Natale aspettavo un
regalo
Un pacco dorato, sotto l’abete
luminoso
Quando aprii il pacco, non era quello
atteso
Lo tirai contro il muro piangente,
iroso.
Quanti regali ho rotto, ho respinto
Nella mia vita, dopo quel giorno?
Ora di questi ho rimpianto
Accettare i doni è difficile
Perché ne aspettiamo uno soltanto.
Impara ad amara ciò che desideri
Ma anche ciò che gli assomiglia
Sii esigente e sii paziente
È Natale ogni mattino che vivi
Scarta con cura il pacco dei giorni
Ringrazia, ricambia, sorridi.
Il Catena, poeta immaginario
Riccardo Carbognin |
Corpi e menti emarginate trasformate in persone genuine vere. L’umanità vera quella che affolla il mio quotidiano è fatta di grandi racconti che crescono a dismisura tutte le volte che vengono ri-raccontati. I racconti di Riccardo Carbognin rispecchiano benissimo il mio quotidiano. Come i centimetri di quello squalo pescato di in una notte senza luna nella spiaggi di Anse Royale .Sfidando denti acuminati, guardie mute di cani feroci che azzannavano le caviglie, fantasmi della palude che ti trascinano nelle sabbie mobili “Ti giuro c’è mancato tanto così e non sarei qui a raccontarla” Invece c’era.
Riccardo Carbognin Seychelles |
Poi c’era Ercolino sette bellezze che non aveva paura di nulla ed aveva un fisico da bestia. E una volta al bar uno che veniva da un altro quartiere lo aveva provocato e quindi aveva invaso il suo territorio. Ercolino sette bellezze era rimasto impassibile appoggiato al bancone. Bevendo una melotti e mangiando un kilo abbondante di noccioline americane senza perdere tempo a sbucciarle. Poi si era pulito le mani e a quello di fuori che era grosso come un armadio a quattro ante gli aveva pacatamente detto” Facciamo così che è più comodo: Ora io sto fermo e te mi dai quattro cazzotti con tutta la forza che hai. Poi te ne do uno io”. Lo aveva guardato fermo negli occhi e gli aveva chiesto se andava bene. L’armadio aveva abbassato lo sguardo e mestamente aveva abbassato la cresta. Sparito, mai più visto in quartiere. Queste erano le storie di Titti con tanti fronzoli che crescevano all’infinito ohh… my only friend, poeta dell'universo.
mf solo una bozza work in progress Radio Asmara International
Stai con me quando cadrà la notte
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È molto difficile spiegare il perché. Come,
In che modo qualcosa ti ha cambiato la vita.
Succede ,Tutto qui, e il più delle volte non sai dire il perché.
Magari ad essere sinceri non te lo ricordi neppure con esattezza.
Magari è accaduto molti anni prima e quel momento è sprofondato nell’oscurità.
Sai soltanto che è andata così, potresti giurarlo.
Potresti giurare ad esempio che l’ascolto di una canzone per caso alla radio in un giorno lontano, ha cambiato il modo in cui fino ad allora avevi guardato il mondo.
Spalancando porte che non credevi esistessero. Un fiume carsico, qualcosa del genere: non lo vedi però scorre.
E tu sai che ogni singole parola ogni nota si è depositata laggiù, nell’oscurità.Nel punto esatto in cui si annida tutto ciò che per te è stato importante, con la tenacia e la discrezione con cui certe cose- (cose buone,piccole meraviglie)- che , nonostante il passare del tempo non se ne vogliano andare.
Miksocrate
mf
Ti ricordi Fantasia
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All'alta fantasia qui mancò possa; | ma già volgeva il mìo disio e 'l velle | sì come rota ch'igualmente è mossa | l'amor che muove il sole e l'altre stelle.
Photo by Ansel Adams
Fratello mio ieri ho sognato.
Il deserto.
Il deserto è un riflesso preciso. Per tutto. Per tutti.
Ore e ore a guardare, solamente a guardare, le colline di sabbia dai mille colori.
alcune sembravano gigantesche ferite ,vive profonde.
Il deserto mi invitava a scollegarmi dal tempo altrui, decomprimermi, svuotarmi perdere tutti riferimenti e giungere al nulla.
Immagino che da quel nulla qualcosa nasca qualunque tipo di creazione.
L’arte per esempio.
I tuoi cari metalli nelle tue mani .
Come un bambino tutto cuore
Non dicono forse che abbiamo l’arte per non farci distruggere dalla verità?
Tu avevi cuore e arte .
le notti insieme nel deserto sono mute come un manto di silenzio tempestato da miliardi di stelle disteso su un altro e poi un altro ancora,
Come una torta mille foglie. Un silenzio viscerale lungo a cui si aggiunge un vento caldo impastato di immensa nostalgia.
Il nulla assoluto ha preso il potere trasformando , sempre di più i miei coetanei che giocano con le slot in bambini idioti nei bar di periferia.Tutti insieme alla ricerca di una impossibile felicità .
Sbraitano con la loro voce acidula e dal retrogusto straziante, pur di non sentire il vuoto enorme che li circonda cercano invano di nascondersi sotto quei volti tirati dalle ultime gocce di vino.
È tutto easy.
photo by Peter Davis
Vivono in uno stato di perenne euforia, con le orecchie inquinate da suoni innaturali e la pelle ormai insensibile,senza identità gli occhi in overdose per un eccesso di immagini
la sensibilità fottuta. Si disgrega e annulla il principio stesso dell’armonia, un lungo e lento sterminio di idee. Di giovani idee.
Ti ricordi Fantasia?
photo by Ansel Adams
" La nostra dolcissima Fantasia è morta perché da tempo i nostri figli hanno rinunciato a sperare dimenticandosi i propri sogni. Il Nulla senza più argini dilaga, poiché esso è la disperazione che ci circonda.
Ora per il potere sarà più facile dominare chi non crede più in niente"
miksocrate
mf
I silenzi che mettono a disagio
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entrai in una fase in cui soltanto gli spiragli di vuoto, le assenze, i silenzi, le lacune, i nessi mancanti, le smagliature nel tessuto del tempo mi parevano racchiudere un senso e un valore. spiavo attraverso quelle brecce il grande regno del non essere, vi riconoscevo la mia vera patria, che rimpiangevo d’aver tradito in un temporaneo obnubilamento della coscienza; […] sognavo l’annullamento d’ogni dimensione, d’ogni durata, d’ogni sostanza, d’ogni forma.Calvino
Un collage strampalato del non senso in una notte, ricavato da una vecchia moleskine dimenticata in fondo ad un cassetto di solitudini, brani estrapolati da letture fatte di una vita curiosa, con foto di amici che il pianeta ha offerto
- Non odi tutto questo?
- Odio cosa?
- I silenzi che mettono a disagio, perché sentiamo la necessità di chiacchierare di puttanate per sentirci di più a nostro agio?
- Non lo so, è un ottima domanda
- E’ solo allora che sai di aver trovato qualcuno davvero speciale, quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento, e condividere il silenzio in santa pace.
— Pulp Fiction.
“Bè, c’è questo Dio, il vostro Dio, che piazza un melo in mezzo al giardino e dice: «Ragazzi, fate quello che volete, ma non mangiate le mele». Caso straordinario, loro addentano una mela, ed ecco che lui ti salta fuori da dietro un cespuglio gridando «Vi ho beccati, vi ho beccati!». Non avrebbe fatto molta differenza se non avessero mangiato la mela”. “Perché no?” “Perché quando hai a che fare con quel tipo di dei, in trappola ci cadi sempre. Sai che cosa avrebbe detto se non l’avessero mangiata?” “No. Che cosa?” “«Ma per Dio, ragazzi… cioè per me… non potevate prendere un morso dall’albero della conoscenza? Adesso sono costretto a cacciarvi perché non sopporto di stare con due ignoranti, io che so tutto.»
“Ma cos’è questa storia che il tuo corpo fa una cosa e tu ne fai un’altra?” disse Zaphod. “Be’, il fatto è che… che il mio corpo è sempre molto occupato, sai” disse Gargravarr, esitante. “Vuoi dire che ha una sua mente indipendente da te?” disse Zaphod. Ci fu una pausa lunga e piuttosto imbarazzante prima che Gargravarr rispondesse. “Mi dispiace disse il custode alla fine, ma trovo la tua domanda indiscreta e di cattivo gusto”. Zaphod, sbalordito e impacciato, mormorò parole di scusa. “Non importa” disse Gargravarr, “non potevi sapere”. La sua voce era cupa e triste. “La verità è” continuò con il tono di uno che faceva uno sforzo per dominarsi, “la verità è che in questo periodo siamo separati legalmente, e temo che tutto finirà in un divorzio”. Tacque di nuovo, lasciando Zaphod nell’imbarazzo. Poi riprese il discorso. “Probabilmente non eravamo fatti l’uno per l’altra” disse. “Non ci piacevano mai le stesse cose. Era una continua discussione, quando si parlava di sesso e di pesca. Alla fine cercammo di conciliare l’uno e l’altra, ma come potrai immaginare il risultato fu disastroso. E ora il mio corpo rifiuta di farmi entrare. Non vuole nemmeno vedermi…” Fece una pausa drammatica. Il vento soffiò più impetuoso che mai sulla pianura. “Ha detto che riesco soltanto a riempirlo di inibizioni. Gli ho risposto che in realtà avevo solo la funzione di riempirlo di introspezioni. Lui ha rimbeccato che quel commento spocchioso era proprio il tipo di commento che un corpo si ficca su per la narice sinistra, e così ci siamo lasciati.”
Douglas Adams
“Ascoltami. Ascolta un vecchio che ha già visto tutto e sa la verità: non conviene conoscere troppo intimamente il prossimo. Già. Se penetri troppo profondamente nell’animo degli altri, non riesci più a godere la compagnia, a ballare, a ridere e a dimenticare i guai, perché nell’animo della gente trovi solo ferite su ferite, nero su nero, e allora perché?”
Un attimo di luce tra una tenebra e l’altra, Pagina 172
“Già, prima di nascere restiamo al buio per un milione di anni, e poi dopo morti la stessa storia! Buio di qua, buio di là! La nostra vita non è altro che un piccolo intervallo – paffete! – fra una tenebra e l’altra!” Mi prese per le spalle e cominciò a scuotermi. “Per questo Felix dice: se dunque non siamo altro che comparse sul palcoscenico, allora Falix vuole lo spettacolo più bello che si può! Uno spettacolo in cui le parti le scrive lui! Uno spettacolo con più luci possibile, e colori, orchestra, applausi. Un grande spettacolo: circo! Con una stella al centro, cioè io. Cosa c’è? Non va? Non va bene?”
Un attimo di luce tra una tenebra e l’altra, Pagina 174
“I mestieri che riguardano i sentimenti della gente sono i più pericolosi…” continuò, versando un po’ del suo vino nel bicchiere di Felix e sfoderandogli un sorriso da palcoscenico. “Forse è più semplici fare… l’equilibrista? Il mangiatore di fuoco? Lo scalatore? Il corpo… il corpo parla sempre e solo una lingua. Il corpo è sincero. Non mente… Ma chi per tutta la vita fa uso dei propri sentimenti per farne provare agli altri, per toccarli nella coscienza, finisce per perderli
L’incolmabile distanza tra i loro corpi, Pagina 182
Miksocrate
mf
Saudade
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photo by Jendajee
Ti rivedrò in ogni sogno
in ogni temporale rabbioso
in un caldo pomeriggio,
in ogni foglia e in ogni roccia.
In ogni mia paura
Ti rivedrò in ogni volo di uccello
in ogni alba e in ogni aurora .
Mi perderò nei tuoi orizzonti
Ti rivedrò nella buia notte
Ti rivedrò in quel terribile momento.
Miksocrate
Photo by Rod Waddington
Sentivo la brezza sussurrare
Cullato dalle zanzariere e dal Rombo del mare
le finestre socchiuse, spiragli di luce sul soffitto,
la dolcissima pace che si impossessa di me
Mal d’Africa, mal d'Africa.
Oggi circondato da volti tristi , stress, lamento continuo per il superfluo ,posso dire che una parte di me è rimasta lì, nell’Africa profonda delle foreste e dei corsi d’acqua, nei suoni e nei profumi della natura più incontaminata. Storie e miti che si perdono nella notte dei tempi, il ritmo di un djambè, i coloratissimi abiti delle mamà con i bambini legati dietro, silenzi della notte, quando i grilli scandiscono il tempo incessantemente.Ho seppellito i miei amori nella savana, abbandonato la bellezza , smarrito un sorriso sincero, la spontaneità di un abbraccio, l’emozione di ascoltare un anziano e la gioia di bimbi spensierati e felici che giocano.Perduto La Croce del Sud, Alfa e Beta, la Nube di Magellano e il Centauro, la via lattea intrisa di stelle.
Il mal d'Africa mi prende all'improvviso , come se mi venisse a mancare ad un tratto una cara persona, sembra tutto relativo. più forte di me, chiudo gli occhi e sento i suoni, la bocca e ne sento la musica, le orecchie e avverto gli odori, una confusione di sensi e di sentimenti... continuo a vedere una nebbia calda e in lontananza una cornice e dentro quella cornice una raffigurazione piena di luce e colori con una forte malinconia perché tutto intorno è sfuocato So di essere attore favorito dentro una cosmicità imprendibile, Eppure questa mia malattia è un privilegio raro, nonostante cerchi in tutti i modi di descriverlo e condividerlo a chi mi vuole bene o mi conosce, risulta complicato ,soggettivo e carnale e mai potrà purtroppo essere compreso nella sua totalità. Nessuna cura se non il ritorno.
photo by Roberto Tuareg
La parola che potrebbe tradurre questa sensazione esiste solo in portoghese “Saudade”
Saudade è una parola di difficile traduzione ,più che significato è concetto, tradotta in altre lingue viene restituita in maniera approssimata.
Su un comune dizionario portoghese –italiano-Portoghese viene tradotta come “nostalgia” o solitudine oppure malinconia causata dal ricordo di un bene perduto; ricordo dolce e insieme triste di una persona cara- Qualcosa di straziante; ma può anche intenerire, e non si rivolge solo al passato ma anche al futuro.
E qui le cose si complicano perché la nostalgia del futuro è un paradosso.
Ma cercherò di spiegarlo con un esempio. Vi è un posto sulla savana in Africa , Da un punto sulla collina dove lo sguardo abbraccia tutto l’infinito paesaggio con l’enorme fiume Nilo che lo attraversa come una cicatrice. Il momento migliore è il tramonto.
Lì da soli, guardando questo panorama davanti a voi, forse vi prenderà una specie di struggimento.
La vostra immaginazione , facendo uno scherzo al tempo, vi farà pensare che una volta tornati a casa e alle vostre abitudini vi prenderà la nostalgia di un momento privilegiato della vostra vita in cui eravate in una bellissima e solitaria collina Africana a guardare un panorama struggente. Ecco il gioco è fatto: state avendo nostalgia del momento che state vivendo in questo momento. E una nostalgia del futuro. Avete sperimentato di persona la saudade.
Ringrazio Antonio Tabucchi per la spiegazione della parola Saudade
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