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I miei amori perduti





i miei amori
Photo by Laura Zalenga

              Son tornati

            sopraggiunti da tutti i sentieri della terra 
            a piangere nel mio letto. 
            Furono tanti, sono tanti! 
            Non so più quanti vivano, ignoro chi sia    morto 
            piangerò tutti quanti nel piangere me stessa 
            La notte beve il pianto come uno straccio nero. 
            Ci sono teste asciutte, indorate dal sole 
            ci sono quelle cinte da una spina invisibile 
            teste come arrossate dalla rosa del sogno 
            teste come cuscini per imbottire abissi 
            bramando sulla terra il riposo dei cieli, 
            c’è quella che sovrasta la fine dell’inverno, 
            e quella che non riesce a fiutare l’esordio 
            Mi dolgono quei morti, quasi fossero morti… 
            Ah!… e gli occhi… gli occhi fanno male,raddoppiano lo spasmo! 

            Indefiniti, verdi, grigiastri, azzurri, neri, 
            infiammano e risplendono. 
            Son carezze, dolore, costellazione, inferno 
            che al di là di ogni luce, oltre tutte le fiamme 
            m’illuminava l’anima e temprava il mio corpo. 
            Mi donarono sete di tutte quelle bocche… 
            di tutte quelle bocche seminate nel letto: 
            vasi rossi o pallidi di miele e di amarezza 
            petali di armonia e rose di silenzio, 
            in tutti questi vasi ho bevuto la vita 
            in tutti questi vasi ho assaggiato la morte 
            Il giardino di bocche velenoso, ubriacante, 
            in cui bevevo a un tempo quelle anime e i corpi. 
            Inumidito in lacrime 
            circondai il mio letto… 
            E le mani, quelle mani ricolme 
            di segreti destini e anelli di mistero… 
            ci sono mani nate con guanti di carezza; 
            ci sono mani colme del fiore della brama 
            mani in cui risiede un pugnale mai visto, 
            mani in cui sussulta l’intangibile scettro; 
            abbrunite o biancastre, voluttuose o possenti 
            in loro, in ciascuna di loro, ho incastonato un sogno. 
            […] Ah, tra tutte quelle mani ho cercato le tue! 
            Di tutte quelle teste io voglio la tua testa, 
            di tutti quegli occhi, i tuoi occhi pretendo! 
            Sei tu, la più triste tra i tristi, quello che più ho amato 
            tu, per prima arrivato, venendo da lontano… 
            Ah, quella tua testa cupa mai presa tra le mani 
            e le pupille chiare che osservai senza tempo! 
            Quelle occhiaie affossate dal tocco della sera 
            e quel pallore strano che ampliai senza volerlo. 
            Vieni a me: mente a mente; 
            vieni a me: corpo a corpo! 
            Dimmi insomma che hai fatto di quel primo sospiro, 
            dimmi inoltre che hai fatto del sogno di quel bacio… 
            dimmi poi se piangesti quando me ne andai via… 
            dimmi infine se vivi… o per caso sei morto…! 
            Se così fosse 
            si vestirà di pena lentamente il mio letto 
            e stringerò la tua ombra fino a spegnere il corpo. 
            E quel silenzio fitto trafitto dalla tenebra 
            e quel buio improvviso ferito dal silenzio, 
            ci veglierà piangendo, piangendo da morire 
            quell’unico figlio che mi hai dato: il ricordo.
            
Delmira Agustini (Montevideo, Uruguay- 1886-1914)



dancing in the dark
photo by Laura Zalenga


miksocrate



mf

Rifrazioni


E tu, qual è il colore dei tuoi occhi,
cosa esprimono,a che mondo visibile o invisibile si rivolgono?Vai allo specchio osserva i tuoi talismani fatati,li avevi mai studiati prima d’ora?Osservali in fondo al loro abisso,troverai la voglia di sapere,quella che spia il movimento del creato,che degli astri insegue eterno motonel suo abisso profondo scorgeraiogni luogo, ogni viso, ogni singola cosa…May Ziadeh 










È duro essere l'ago di una bussola impazzita per un uragano o un' 

aurora ...scriveva Paul Nizan in Aden


stolen-scream-noam-galai
Photo by Noam Galai


Asmara     15°20′0″N 38°55′47″E

Parma       44°48′0″N 10°20′0″E




Cosa mi succederà?
Cosa non mi succederà?


Crateri di lava, lapilli che vomitano il sole stupiti davanti al mare. Un giardino fiorito inondato di luce…  Bob Marley con la sua malattia che annaspa su binari di impossibilità e oblio. Ma  quanti siamo noi? Chiede il mago ai giovani illusi.
Mik stanotte ci si spacca il cervello e si bruciano i sogni. Qualcuno sta ancora soffrendo e urla nel corridoio buio e puzzolente di un ospedale sconosciuto.
La mia infanzia sarà pur valsa qualcosa. La morte di amici, a me un diploma e a voi le guerre che non finiscono mai.
Ho chiesto umilmente il permesso di vivere durante incursioni notturne tra bombe e fiamme, ululati di sirene, latrati di cani. In sottoscala angusti, l’odore di urina fetida. Bimbo con gli occhi sbarrati dal terrore.



photo by Jòn Pàlma

Ho vissuto,in un ingenuo e quasi giocoso distacco dalle cose.
Valori morali inculcati, la storia stuprata. Senza punti di riferimento e le identità confuse.

Nessuno sa o vuole capire nemmeno cosa offende l’altro. I parenti di mia madre, accumunati dai loro  numerosi fantasmi. 
I sacrifici spaventosi degli antenati.
 La loro profonda e desolata umiliazione e inutilità.

Sono asserviti, avviliti, umiliati, attraversati e devastati da un Potere che non permette vie di fuga. Non possono neanche abbozzare una rivolta; sono destinati a far parte di un gioco cinico altrimenti essere soppressi o usati dal Potere.

I parenti di mio padre, che continuano ad essere unitamente affascinati e commossi delle loro opere o monumenti in rovina.

La loro storia cerca delle rivalse che deformano la realtà. Si sentono continuamente anime in fuga defraudate. la gioventù cresciuta spensierata con la malcelata idea malsana della loro superiorità.

 Il compiacimento cinico a volte ingenuo che le cose, senza di loro sono andate alla malora; successiva prova di un’inferiorità. 
La incapacità endemica degli ex-coloni e la felice conferma di certe teorie lombrosiane.

Nessuna palingenesi sembra più essere possibile, nessuna possibilità, tutto è assorbito in un inferno spirituale e politico. 
Attraverso i corpi ridotti a merci spregevoli, passa il peggiore Potere. 
Nessuna differenzia tra vittime e collaborazionisti. In entrambi gli aspetti la medesima negazione della vita.
Sono qui insieme ad antifurti orientali che ti spaccano le orecchie.
 Il naso intasato da aria avvelenata mentre. Le mie due vecchie città gemelle diverse, agonizzano assomigliando sempre  più a salumerie che spacciano nomi di morti…




Massawa bombardata 75 foto di Michele Fedele

Il terrore di essere simile a voi  mi fa paura, tutto quello che mi sta intorno vi appartiene.
  Inutilmente continuo a volteggiare come un pipistrello impazzito e non penso ad altro che a fuggire.
 Un urlo soffocato mi sale dal ventre… io …io non mi condannerò all’inferno di me stesso.

Eh… aspettando un futuro impossibile,vedo rifrazioni che come un blackout globale si fanno spazio nel mio cervello. Si allargano silenziose a velocità spaventosa,  travolgendo il mio pianeta, le vostre auto,i treni ,gli aerei,le vostre piccole meschinità e il brusio di voci fastidiose .
Silenzio vi prego solo cinque minuti. Solo cinque minuti, per i miei morti, per queste mie due città stanche. 
Solitudini queste che rimarranno fino all’oblio.




Miksocrate.

mf

Sarai preda



“Io conosco il canto dell'Africa, della giraffa e della luna nuova africana
distesa sul suo dorso, degli aratri nei campi e delle facce sudate delle raccoglitrici di Caffè. 
Ma l'Africa conosce il mio Canto?
L'aria sulla pianura fremerà un colore che io ho avuto su di me? 
E i bambini inventeranno un gioco nel quale ci sia il mio nome?
O la luna piena farà un'ombra sulla ghiaia del viale che mi assomigli?
E le aquile sulle colline Ngong guarderanno se ci sono?”
(Karen Blixen)

titti
Photo by  Nick Brandt
Seychelles
4*35'11,52" S 55*25'59,77"E

Chiacchierata alle due di notte.

-La birra è ormai calda , il silenzio perfetto , lontano il grande oceano sembra essere stanco -

«Oi Titti tu sei un cacciatore cosa pensi ti potrà succedere nell’altra vita?»
-«Ma va la… tu e il Buddha io a quelle cose non ci credo».
-«Ma ammettiamo per un attimo che ti reincarni la logica mi dice che sarai preda»
«Hm…Non mi dispiace in fondo, Io preda e tu?… che non hai mai cacciato cosa diventi il nulla, la luce»
- «Ok…preda, un felino »
-«E no.cala, cala..comodo.Subito un leone... Così continui come sempre a farti i ca…tuoi»
-«E che cosa vuoi farmi ridiventare?».
«L’impala…»
«L’Impala? .Già il nome non mi garba»-
- «un facocero…».
-«Ma va a cagare».
-«Titti scegli te devi essere preda».
«La giraffa».
-«Mi hai fregato non vale».
«Per oggi è così Mik prendere o lasciare, te e il tuo Buddha, io a far la giraffa e tu la luce.
Sai che ti dico che forse mi diverto di più io»
-«Forse hai ragione, ma io sono il re del dubbio».
-«Dubbio, sai, cosa ti dico io adesso vado a letto e ti lascio con i tuoi leoni e il dubbio,Ehi ti conviene scappare.»
- «MA va mo' la a cagher…Titti»


la danxa della giraffa
Photo  by Nick Brandt.
003_Children-running-at-sunset
Photo by


Miksocrate




mf

My little Asmara

  bimbi
cuccioli




Un profumo intenso di zghinì. ll lieve e soave contatto con l’injerà appena sfornata,quel boccone che in bocca ti esplode e ti rincuora con questo mondo. 


mani
mani

  Io vengo dall’altopiano duro ,di belle genti fiere, dove oggi si mangia il cibo degli Dei


fiesta
fiesta


Tutto il villaggio fuori a festeggiar la notte stellata


funzionee
funzione

Illuminiamo con i fuochi la nostra vita e via a bruciare i  vecchi sogni Ohiè Ohiè


preghiera
preghiera

Nuovi amori, voglio vedere ancora i suoi bellissimi denti risplendere e il suo sguardo vellutato infuocato.



felix poto by Eric Laffourge


Tutti i ragazzi fuori .Oggi è festa dello spirito. Domani mattina
 fiori gialli da portare ai nonni ,felicità semplice profumo di campagna,bagnarsi nel fiume benedetto 


Grazie o mio Dio di avermi dato la possibilità di vedere tutto questo, Grazie o mio dio dolcissimo,lasciami giocare con i fiori gialli. lo so sono tuoi ma oggi,solo per oggi lascia che li doni ai nonni...preghiera etiope.


Fuochi nella notte



Miksocrate

















mf

Come un cessna in volo



Manoscritto Originale di Mik ritrovato in un cassetto
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volo

Caro amico
Ti ricordi… Vento,pioggia ,sole non ci fermavano.
Dicevi “come un Cessna in volo….Tutto manuale, senza paracadute”.
Rifiuto totale di ogni protezione…
-Vai piano,vai piano.
“Devo vivere adesso, devo vivere veloce”—
Honda 350 rumore cupo .a caccia di felicità
Il rombo di un motore a 4 tempi che ti prende i sensi
Ehhh,,, ritrovarsi davanti ad uno specchio a stapparsi i peli del naso in un mattino di rumori.
Noi che il rumore lo facevamo per vivere.


Miksocrate



mf

Dopo il dolore la Gioia!






Lo spettacolo della bellezza basta forse ad addormentare in noi tristi mortali tutti i dolori?




"Io non so perché venni al mondo; né come; né cosa sia il mondo; né cosa io stesso mai sia. E s'io corro ad investigarlo, mi ritorno confuso di una ignoranza sempre più spaventosa. Non so cosa sia il mio corpo, i miei sensi, l'anima mia; e questa stessa parte di me che pensa ciò ch'io scrivo, e che medita sopra di tutto e sopra se stessa, non può conoscersi mai. Invano io penso di misurare con la mente questi immensi spazi dell'universo che mi circondano. Mi trovo come attaccato a un piccolo angolo di uno spazio incomprensibile, senza sapere perché sono collocato piuttosto qui che altrove; o perché questo breve tempo della mia esistenza sia assegnato piuttosto a questo momento dell'eternità che a tutti quelli che precedevano, e che seguiranno. Io non vedo da tutte le parti altro che infinità le quali mi assorbono come un atomo. 
(20 marzo 1799)

Le ultime lettere di Jacopo Ortis-Ugo Foscolo



sheikh mehedi morshed taef
Photo by  পথের


Nel momento stesso in cui si muore cessa il nostro appartenere agli umani e torniamo a casa a far parte del tutto, dal momento che si viene al mondo, questa è l’unica certezza. Moltissimi scrittori, poeti hanno cercato di raccontare la morte, il morire, ma per me uno solo si è accostato alla verità. Questa estate ho letto un piccolo capolavoro di Lev N. Tolstoj

 




Vi suggerisco un brano dei più sublimi.Se la morte parlasse questa sarebbe la sua voce 



Di colpo gli fu chiaro che ciò che lo tormentava senza
lasciarlo libero si era improvvisamente staccato,da due parti, da dieci, da tutte.
Provava pietà per loro, voleva fare in modo che non soffrissero
Doveva liberarli e liberare se stesso da quelle sofferenze.”Com’è bello, com’è semplice,-pensò.
-E il dolore?-si domandò. –Dov’è andato? Dove sei dolore?”
Si mise in ascolto.
“Ah, eccolo.Non importa, rimani pure.”
E la morte, dov’è?
Cercò la sua solita paura della morte, ma non la trovò.
Dov’era? Quale morte? Non aveva alcuna paura, perché non c’era alcuna morte.
Al suo posto, la luce.
_Ah!- esclamò d’un tratto a voce alta.-Che gioia!
Avvenne tutto in un attimo e il significato di quell’attimo non cambiò più.
Per i famigliari la sua agonia durò ancora due ore,Qualcosa gorgogliava nel suo petto; il corpo
sfinito sussultava.Poi il gorgoglio e i rantoli si fecero più rari.
_È finita!- pronunciò qualcuno sopra di lui.
Egli udì quelle parole e le ripeté nel proprio animo.
“Finita la morte, – disse a se stesso.- Non c’è più.”
Trasse un respiro, si fermò a metà, si distese e morì.

Lev N Tolstoj

l.gargano
photo by L.Gargano

Avevo paura…  Aveva paura,ma perché?Non c’era alcuna morte.Al suo posto, la luce.”Ah l-esclamò d’un tratto a voce alta.-Che gioia!”……
Nel momento più duro di dolore e smarrimento per la perdita di una persona cara ho ripensato con conforto a questo brano conclusivo del racconto di Lev. A questo straordinario scrittore va tutta la mia gratitudine per quella luce di speranza non so dire cosa se  la fede mi manca, ma in definitiva ha avuto la forza a trasmettere la gioia di un balsamica pace interiore. Ebbro di felicità e di infelicità, nello stesso momento. Ebbro di morte e di immortalità

Miksocrate



mf

Io sono il capitano della mia anima.



 in memoria


Questo è quello che….avresti voluto dire
 


Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come il pozzo senza fondo che va da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio possa esistere
Per la mia anima indomabile.

Nella stretta morsa delle circostanze
Non mi sono tirato indietro né ho gridato
Sotto i colpi avversi della sorte
Il mio capo sanguina, ma non si china.

Oltre questo luogo di rabbia e lacrime
Incombe solo l'orrore dell'ombra
Eppure, la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.




William Ernest Henley



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For recent departed Riccardo Carbognin






Ciao Fratello mio…

  Miksocrate 



mf

Non servon più le stelle





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Photo By Nick Brandt.





 

FUNERAL BLUES


Stop all the clocks, cut off the telephone, 
Prevent he dog from barking with a juicy bone, 
Silence the pianos and with muffled drum 
Bring out the coffin, let the mourners come.



Let aeroplanes circle moaning overhead 
Scribbling on the sky the message He Is Dead, 
Put crêpe bows round the white necks of the public doves,  
Let the traffic policemen wear black cotton gloves.



He was my North, my South, my East and West, 
My working week and my Sunday rest, 
My noon, my midnight, my talk, my song; 
I thought that love would last for ever: I was wrong.



The stars are not wanted now: put out every one; 
Pack up the moon and dismantle the sun; 
Pour away the ocean and sweep up the wood; 
For nothing now can ever come to any good.



Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono, 
fate tacere il cane con un osso succulento, 
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato 
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.



Incrocino aeroplani lamentosi lassù 
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto, 
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni, 
i vigili si mettano guanti di tela nera.



Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest, 
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica, 
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto; 
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.



Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte; 
imballate la luna, smontate pure il sole; 
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco; 
perché ormai più nulla può giovare



W.H. Auden












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Miksocrate

mf

Felicità Interna Lorda





“Spendiamo milioni e milioni per cercare acqua su Marte
e non facciamo niente per conservarla quì
e per cercarne di più per quelli che hanno sete.”
(José Luis Sampedro, “La senda del drago



brigitte
Photo by Brigitte  

I costi di Mario
Quanti sono gli arcangeli della pace che ci difendono
dai demoni della guerra? Cinque.
I cinque paesi che hanno diritto di veto nel
Consiglio di Sicurezza
della Nazioni Unite. E quei custodi della pace sono, inoltre,
i principali fabbricanti di armi. Siamo in buone mani.
E quanti sono i padroni della democrazia?
I popoli votano, ma i banchieri vietano. Una monarchia
da tripla corona unita regna sul mondo. Cinque paesi prendono
le decisioni al Fondo Monetario Internazionale.
Alla Banca Mondiale, comandano in sette.
Nell’ Organizzazione Mondiale del Commercio, tutti i paesi
hanno diritto di voto, ma non si vota
mai. Queste organizzazioni, che pilotano
il mondo, meritano la nostra gratitudine: loro affondano
i nostri paesi, ma poi ci vendono salvagente di piombo.

Eduardo Galeano
Trad.di M.F.

Il termine "Felicità Interna Lorda", si vuole coniato dal re del Buthan a metà anni '80, che si rifaceva ironicamente al concetto economico di PIL.


buthan_mini
Buthan
.

Il Dalai Lama lo ha  "adottato" come parametro di riferimento.
Il FIL predica di fatto uno sviluppo dell'economia che possa avere come fine quello di farci raggiungere la piena e consapevole felicità.
Il Bhutan. è un piccolo stato sperduto sulle montagne asiatiche
per i parametri occidentali basati sul PIL (Prodotto interno lordo),  risulta essere una delle nazioni più povere della terra;
in realtà qui nessuno muore di fame, non esistono mendicanti, né criminalità,la depressione è sconosciuta e
il 97 % della popolazione ha accesso gratis alla sanità e all’istruzione pubblica,.
In occidente si canta sempre di meno, ci avete fatto caso?
Se qualcuno lo fa per strada, di sicuro è un extracomunitario a caccia di un soldo per il pranzo o
un pazzo che insegue un sogno volato via, sempre più distante, perfino da se stesso.




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photo by /sholgk/


Per sentir cantare, la gente
affolla gli stadi, o accende un apparecchio elettrico, paga un biglietto, una tassa o un tributo.
Siamo diventati persone molto sane, con i piedi ben saldi per terra.
Abbiamo smesso di danzare, in un certo momento della nostra storia,
di inseguire dei sogni per strada,
di cantare o piangere senza motivo (perché sì, perché si ha voglia di cantare e basta), di farci travolgere dalla bellezza,
dalla passione, dal dolore altrui e dalla sofferenza di casa nostra, che nascondiamo sotto tappeti
di perbenismo e di un’assordante indolenza emozionale.
Per i greci (quelli dell’età classica ), saremmo pressappoco dei menomati. Noi invece ci consoliamo con le cifre del PIL.
Sarà per questo che a nessuno viene più voglia di cantare.


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photo by /sholgk/


Il Dalai Lama è un convinto sostenitore della FIL.
A questo proposito ha dichiarato:
«Come buddhista, sono convinto che il fine della nostra vita è quello di superare la sofferenza e di raggiungere la felicità.
Per felicità però non intendo solamente il piacere effimero che deriva esclusivamente dai piaceri materiali.
Penso ad una felicità duratura che si raggiunge da una completa trasformazione
della mente e che può essere ottenuta coltivando la compassione, la pazienza e la saggezza.
Allo stesso tempo, a livello nazionale e mondiale abbiamo bisogno di un sistema economico che ci aiuti a perseguire la vera felicità.
Il fine dello sviluppo economico dovrebbe essere quello di facilitare e di non ostacolare il raggiungimento della felicità».






"Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare indefinitamente in un mondo finito è un folle, o un economista”
Lo sviluppo non si è mai sganciato dalla (errata) convinzione che il benessere
di un Paese passa dalla crescita del suo Prodotto Interno Lordo.
Sotto quest’aspetto si da scontato che un innalzamento di questo indicatore corrisponda ad un miglioramento delle condizioni di vita.
Questa ricerca di miglioramento ha assunto anche un valore etico; accumulare il più possibile rappresenta una vera morale oggettiva

Lavora sempre più intensamente, produci sempre di più, senza sapere cosa caz..stai facendo
 consuma in definitivamente come se tu dovessi morire domani, e tuttavia risparmia e investi senza limiti! Inquina senza ritegno tanto chi se ne frega, caga sul marciapiede, fai figli così ti realizzi, non usare più le mani. Riempi il mondo di grandi imprenditori che non sanno neanche fare la spesa in un supermercato, poi appena s’inceppa questo tuo modo di vivere chiama gli economisti che loro si sanno cosa fare.

Le tue discariche sono monumenti all’idiozia, bruci in pochi anni quello che il tuo unico pianeta ha prodotto in milioni di anni, poi piangi se il fiume cerca di raggiungere il mare. Tu continua a “crescere senza limiti”.Tutti i tuoi simili vogliono un’auto quattro televisori e l’immancabile cellulare chi per distinguersi tre o quattro, non ti preoccupare il petrolio finirà ma chi se ne frega.

La tua società della crescita ha legato il suo destino ad un’organizzazione fondata sull’accumulazione.
Illimitata e non appena vi sarà un rallentamento farai una guerra.
Per sopravvivere il tuo sistema ha bisogno di alcuni ingredienti come la pubblicità e l’obsolescenza dei prodotti.

Il primo elemento costituisce il secondo bilancio mondiale dopo gli armamenti, mentre il secondo elemento rappresenta l’arma cruciale del consumismo, tempi di vita dei tuoi oggetti sempre più brevi e costi di riparazione eccessivi.

Tutto questo contribuisce ad intasare il tuo pianeta con montagne di frigoriferi, lavastoviglie e telefonini, avanti così vai benissimo Poi intasi la comunicazione con balle sulle catastrofi naturali e ai cambiamenti climatici, ma vaffan..

Le tue eterne guerre per il petrolio in attesa di quella definitiva per l’acqua pura, quella del tuo paese ormai è perduta..continua a pisciarci dentro e a farci cagare i maiali.
Purtroppo sei malato sei, un tossicodipendente della crescita. E come tutti i tossici non lo ammetterai mai.
E con i tossicodipendenti non serve un economista ma un bravo dottore.
Primo passo che tu ti renda conto e ti allontani dalle brutte compagnie.....




2012-06-19_20093gyu34_mini
photo in attesa di conferma


Vi consiglio  l’intervista a Josè Luis Sampedro,
un signore ottantenne, di professione filosofo. ho deciso di fare un parallelo un po' forzato fra il FIL e il pensiero di Jose
A una giornalista che gli chiedeva quale fosse il segreto per mantenersi così in forma, lui rispose:
“faccio tutti i giorni i miei esercizi di libertà.
Prima di andare a letto, la sera, mi chiedo: quale regola ho trasgredito oggi, per cosa mi sono battuto, quali rospi mi sono rifiutato di ingoiare?
Se poi scopro che non ho fatto nulla di tutto ciò, mi rivesto, esco per strada e attraverso col rosso.”
Se c’è qualcosa che caratterizza Josè Luis Sampedro, è il coraggio delle sue idee.
E la totale assenza di peli sulla lingua, che da sempre funge da bastone castigamatti in una Spagna (forse dovrei dire in un’Europa)
dove i matti tendono sempre a risalire dalle tombe in cui la storia li aveva confinati,
e da qualche tempo una pericolosa dislessia politica s’aggira come un fantasma sulle poltroncine ciarliere dei salotti radical – chic.
Sampedro ha scritto una lettera al Presidente spagnolo, la massima autorità politica del suo paese, che comincia in questo modo:
“Caro Signor Presidente, lei è un figlio di put... Lei e tutti i suoi ministri.
Ha cambiato la costituzione senza consultare il popolo sovrano
E finisce così.
(…) Mi auguro soltanto che la nostra società un giorno si ribelli,  si decida ad uscire per strada,
tutti quanti, a prendere in mano i poteri pubblici, a proclamare un’assemblea costituente, a convocare a pubblico
referendum sulla riforma dello Stato, a sciogliere i partiti politici attuali i quali saranno costretti a rifondarsi in partiti
rispondenti alla loro ideologia politica e non alle convenienze economiche, a stabilire un sistema di elezioni davvero
democratiche, a liberarci dalla trappola della moneta tedesca (chiamata da alcuni Euro)…
Quando tutto ciò accadrà, spero lei sarà in viaggio verso Berlino, in esilio. In caso contrario, credo saranno per lei guai seri.”
José Luis Sampedro
Immaginate una lettere del genere spedita al nostro presidente  da un vecchietto intellettuale italico
Quando si dice parlare chiaro.
qui il testo originale
P.S.solo una bozza post in lavorazione scusate per eventuali errori scritto in situazioni precarie...
Per commentare https://www.facebook.com/miksocrate
Miksocrate

Kigheghe si fermerà per il periodo estivo per riprendere
con più energia, spero ancora più bello. Grazie a tutti voi per questi dieci mesi da favola



mf
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