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Asmara blues



"Io sono figlio del Caos e non allegoricamente, ma in giusta realtà"
Luigi Pirandello


A Morelli
Massawa




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Massawa






Asmara
Asmara





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Ande-Mariam




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La moschea



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Asmara



blues Asmarino







L’impossibile ritorno al punto di partenza, presuppone l’oblio di tutto quanto è avvenuto fra il momento della partenza e quello del ritorno.


I derivati della memoria, le ossessioni il desiderio, la quotidianità, l’invecchiamento hanno eliminato il sapore preciso del passato: quel sapore che Proust ritrova per un caso fortunato


Forse i miei amici che ritornano ad Asmara come turisti, lo fanno con la segreta speranza di ritrovare un giorno con sorpresa un’emozione, una sensazione da lungo tempo perduta, un istante di giovinezza o d’infanzia.



Quella pausa, quell’oblio momentaneo del passato e del futuro simultaneamente, quella tregua fra il ricordo e l’attesa che ossessiona Stendhal perché assomiglia alla felicità, è anche, e più ancora, quella cui aspira il nostro

animo purificato nella sua forma per preservarlo dagli attentati del tempo e dare ai nostri figli la sensazione di un puro presente, di un presente che dura senza trascorrere perché immobilizzato nel ricordo che non è mai una semplice
ripetizione


Miksocrate



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    le immagini sono di A.Morelli gentilmente concesse



mf

Una risata


"falsa sia ogni verità che non sia stata accompagnata da una risata".
Nietzsche


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photo by Nasfi Akhter


La risata situandosi tra la psiche e il corpo sfugge a qualsiasi qualificazione e rasenta il divino. Non può essere rinchiusa in una definizione, perché essa stessa indefinibile, una cosa viva con innumerevoli gradazioni che possono essere identificate nella reazione dell’umano in più contesti. . Certo non sto parlando del falso ridere o del sogghigno che è una manifestazione di odio, o di quando s’irride gli altri con cattiveria in cui si è vigili e pronti a colpire, oppure della risata stimolata da un atto fisico ma della risata vera quella che non si può camuffare. Qui tento di scrivere della risata che si manifesta nel contesto di allegria e piacere, se poi si riesce a ridere anche di se stessi o della stupidita dell’essere umano secondo me, si raggiunge la celebrazione della vita sgravata dalle sue pesanti teorie sulla maestosità dell’universo e quell’infinito gioco dell’esistenza finalmente ridimensionato con una fragorosa risata.
Non vi è nulla di comico nell’universo se non l’umano. I filosofi purtroppo hanno sottovalutato l’importanza della risata relegandola a qualcosa che l’uomo sa fare dimenticando che è lo stesso uomo che fa ridere, basta semplicemente guardare il mondo dell’umano da una diversa prospettiva e tutto ci sembrerà ridicolo, immaginate per un attimo una discoteca piena di ragazzi che si agitano immersi in un rumore, assordane mettevi ora delle cuffie che v’isolino completamente dall’ambiente circostante, incredibile tutto vi apparirà sotto una luce ridicola e assurda. Quante azioni umane resisterebbero a una simile prova?
Che la risata fosse un toccasana contro qualsiasi avversità è noto ormai da secoli ma che potesse anche curare o addirittura essere un potente farmaco naturale mi era sconosciuto. Sbirciando nella rete ho appreso che : Negli anni ottanta il caso di Norman Cousin che improvvisamente venne colpito da spondilite anchilosante, una grave alterazione delle articolazioni che porta progressivamente alla paralisi e alla morte. Il giornalista decise di curarsi seguendo un'insolita terapia: il ridere (tre - quattro ore al giorno di film comici) e la vitamina C (25 g al dì, assunti per flebo). A dispetto di ogni previsione, in capo a un anno, guarì completamente fu in seguito il precursore della moderna gelotologia




Durante la risata a livello fisiologico entrano in azione più di sessanta muscoli la respirazione si modifica si usa il diaframma pochi uomini lo usano si usa anche quando si sbadiglia (interessante gli animali sbadigliano spesso) ma soprattutto il nostro cervello perde il controllo della situazione, i pensieri negativi scompaiono, la mente si distende, la vita sembra migliore. Come il sonno, il ridere migliora la capacità del cervello di pensare lucidamente, scioglie la paura, esorcizza i cattivi pensieri. 
Il ridere può essere considerato un atto filosofico, una disposizione di ogni persona di produrre risposte determinate dall’ambiente verso la vita e la morte. Crea una coscienza che: Ingenera il sospetto che sotto le apparenze, il mondo sia diverso, suggerisce in sintesi altri valori esistenziali. Quando poi si ride profondamente, si entra quasi in uno stato di meditazione trascendentale. I pensieri si arrestano perché è impossibile ridere e pensare nello stesso momento, se si sta pensando mentre si ride, la risata risulterà falsa e di conseguenza camuffata. Per mia esperienza diretta posso dire che:la danza è la risata di cuore possono a volte essere la soglia per entrare in comunicazione con l’ignoto arrivando quasi vicino a quel confine che se attraversato ci si fonde con la parte sconosciuta dell’esistenza. Quando il pensiero scompare per noi umani, esistono due scelte o il sonno e su questo non vi è nulla di nuovo, tutti sanno cosa significa dormire, oppure un mondo fantastico dove esistono, tutti i benefici del sonno e in più la consapevolezza di essere svegli.Quello è il momento in cui ci si rapporta a livello esistenziale  con la nostra vita ,quasi un collegamento con il sogno. Questa mia ultima affermazione mette in conflitto la compattezza e la durezza del pensiero filosofico, così come la "posa" del filosofo: che ne è, infatti, della filosofia quando, colmata la misura, essa arriva a ridere di se stessa? con Nietzsche, che dice : "falsa sia ogni verità che non sia stata accompagnata da una risata". Perché non prendere allora sul serio la provocazione di Georges Bataille, per cui appunto il "ridere è pensare"? Perché dunque non rileggere come millenaria "storia comica" la vicenda dell’intera filosofia? Oppure semplicemente non riconoscere che
“ il riso”, questo "intruso sconveniente" nei puliti palazzi della ragione deve ridere anche di se stesso. Una scappatoia tuttavia la offre Bergson che mette in risalto con il riso l’infrazione delle norme condivise. Ci offre la possibilità di creare una coscienza diversa di se stessi nel rapporto tra la vita e la morte ci suggerisce altri valori esistenziali e Incunea quel sospetto che sotto tutte le certezze, tutte le tragedie, il mondo forse è diverso. Io in quanto libero ed eretico pensatore non disdegno di affermare che vi è anche una dimensione divina nella risata che ha più a che fare con la psiche collocandosi in una dimensione simile a quella onirica: "la logica del sogno", non di un sogno ' "abbandonato al capriccio della fantasia individuale", ma un sogno "sognato dall' intera società ". È qualcosa che deve circolare nel tuo sangue, diventare le tue ossa e il tuo stesso midollo, riportare in vita quel legame atavico di un’antica felicità che molte vote scordiamo di possedere.



                                  
                                          


Noi umani abbiamo questo fantastico dono, nonostante la nostra vita si sia ridotta a un caos di tragedie per lo più riconducibili alle nostre azioni, siamo dotati di una meravigliosa valvola di sfogo che se ne frega di quella parte di noi nobile e saggia. Senza motivazioni razionali, la risata liberatoria spesso prende il sopravvento e scioglie i gangli della vita che troppo spesso noi reprimiamo per via di un’educazione morale castigatrice, riportandoci se pur per un attimo alla beatitudine dell’esistenza.
. Quando un bambino nasce la prima attività sociale che manifesta oltre al piangere per attirare l’attenzione e ridere, le due cose anche se sembrerà assurdo sono collegate. Il ridere di un bimbo è un messaggio intimo verso la madre per rassicurarla che è vivo e sta bene, la risata appare così come una verità cristallina perché sgorga dal cuore direttamente dal nostro centro il nostro vero autentico essere.
Una risata mette in risalto l’infrazione alle norme condivise, l’inganno dell’intelletto da parte della fantasia e quasi un atto di ribellione pacifico e rivela un grande desiderio innato di vita e libertà. La capacità di ridere davanti all’oppressore o alla morte indica che si è finalmente pronti a evadere dalle prigioni del nostro mondo. Il riso è quasi come un nobile gesto che per strappare la vita dalla sua negazione implica una momentanea sospensione della vita stessa, un limbo, un risparmio dell’energia psichica. Voltaire sosteneva che “l’uomo è l’unico animale che ride”(forse smentito da nuove ricerche) mentre per Kant il riso è la panacea scatenata dalla scoperta di un’incongruità di una realtà che ci appare come totalmente differente dalla nostra attesa ma, preziosa e difficile da evocare. La risata e l’essenza, la serietà appartiene all’ego, ed è parte della malattia, se si perde la nostra serietà, non si perde nulla ma se si perde la risata, si perde la vita.
P.S. solo una bozza work in progress.

Quando tu ridi o danzi tu cambi e quanto tu cambi il mondo cambia intorno a te
Madan Kataria www.kigheghe.com






Miksocrate






mf

Felicità blues




Felicità raggiunta, si cammina
per te su fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

Eugenio Montale - (Ossi di seppia) Felicità Raggiunta


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photo by K.Nasif Akhter


Felicità: qualcosa che s’impone su tutto il resto….Senza che sappiamo come.Non è reale, manca di fondamento razionale

Transitoria veridicità, ingannevole, imprevedibile, non programmabile

Tira fuori della realtà più di quanto essa possa offrire. È questo che la rende notoriamente desiderabile.

L’accusa: empia e impietosa

La difesa.”una passione che l’anima attraversa pergiungere ad una maggiore perfezione”
Nulla nella vita, è causa necessaria di felicità, nulla è un ostacolo definitivo al suo raggiungimento bisogna aver voglia di dire (sì) nessun baratto.
E’ un discorso terribilmente serio .La domanda ardua: “SEI FELICE?”
La felicità è espansiva mai missionaria, mentre la tristezza ha bisogno di proseliti.
Tutto è già al suo posto, e l’essere persona occupa il più importante, la felicità sa che è sempre stato così.


Improvvisamente una dimensione di armonia ci prende, si ferma il tempo, lo spazio si dilata e ci si sente infiniti.
 Si è presi dall’attimo come una grazia... ma, quando si esce dalla magia vi è quasi un retrogusto di sapore salato. Il ricordo che ci rimane impresso nel cervello fa si che rimaniamo in vita esclusivamente con la speranza che quell’attimo possa un giorno ritornare.

Oggi si discorre quasi ina maniera imbarazzante di felicità, quasi che la felicità non faccia parte di questo mondo,non a caso se ne parla nella forma del rinvio ad un determinato futuro
La felicità non è determinabile, non è neanche un modo di essere universale, perché può essere felicitante per una persona e non esserlo per un’ altra.
La felicità è un valore con molte forme ,un valore simbolico può essere pensata solo attraverso immagini o idee ,capaci di alludere ad una vastissima serie di componenti.

Tant'è vero che della felicità si evita di parlarne in pubblico. La controparte ti risponderà: "Ma che termine retorico! Forse tu vuoi dire che sei contento!".No,no,no, la felicità non è un'euforia, ma... è neanche una contentezza. E' un qualcosa di più e di diverso.. È un oggetto particolare, un volto, un gesto o l'immagine stessa della nostra intera vita che balza alla nostra attenzione, si differenzia da tutto il resto e ci riempie completamente
La felicità sta nel rapporto con il mondo, sta nel produrre sentimenti per l'altro e per noi stessi.

 E' un falso dilemma quello di dire: la felicità è un fatto puramente soggettivo, egoistico, o è un fatto tutto relazionale. Le due cose si intrecciano. E' difficile, a ben guardare, creare una felicità tutta egocentrica.pochi di noi lo fanno veramente. . L'uomo sano non è egoista. L'uomo cerca l'altro. L'uomo è un "animale sociale", come diceva Aristotele, la sua felicità e la sua sofferenza si trovano lì. E' lì che dobbiamo cimentarci nella felicità.

 E poi c’é la felicità come ricerca, ricerca di quell’oggetto misterioso, che magari un giorno si troverà

















Come fare a spigare la felicità con le parole?
Non ci riesco. Mi sono venuti in aiuto i ricordi della mia infanzia (quando vidi per la prima volta il mare) e le immagini di un bellissimo film “i 400 colpi” del regista francese François Truffaut. Ho maliziosamente inserito una colonna sonora dei PinK Floyd per amalgamare il tutto e senza usare grossi paroloni forse sono riuscito a proporvi un idea di cos’è la felicità per me .
Nella scena che ho scelto Antoine durante una partita di pallone approfitta della disattenzione dei sorveglianti e fugge. Con una lunga corsa arriva sino al mare (che non aveva mai visto prima), , si spinge sino alla battigia, si volta dopo essere entrato con tutte le scarpe nell'acqua. Questa corsa…Il volto del ragazzo serio che vede qualcosa che in qualche modo lo trascende . Il mare qualcosa di sconosciuto e il momento ,l’attimo ,non vi è nessuna manifestazione di euforia non necessariamente un sorriso altro vi è quasi una paura di aver provato un’ emozione forte che difficilmente si dimenticherà.
















miksocrate


mf

Non perdere la volontà di vivere


Yo no soy sino la red vacía que adelanta
ojos humanos, muertos en aquellas tinieblas,dedos acostumbrados al triangulo, medidas
de un tímido hemisferio de naranja.

Anduve como vosotros escarbando
la estrella interminable,
y en mi red, en la noche, me desperté desnudo,
única presa, pez encerrado en el viento.






Poema de Pablo Neruda extraído de "Canto General", 1950.



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Dopo aver letto molto, sono quasi arrivato alla conclusione della  centralità che hanno le religioni nella storia dell’uomo. Nel caos delle mie letture mi è rimasto impresso  un vecchio libro “Le vari forme dell’esperienza religiosa “ di William James in cui l’autore affronta il tema raccontando varie testimonianze, mi ha colpito in particolare l’intelligenza dei protagonisti. L’autore racconta di persone che avevano perso la volontà di vivere, malati, persone costrette all’immobilità.All’improvviso molti di loro erano stati visitati da un “pensiero nuovo”, come una presa di coscienza di quale fosse il loro posto nell’universo, e tutte le loro sofferenze erano cessate. Quello che impressiona che James analizza anche le esperienze di uomini e donne  famosi:Lev Tolstoj ,Walt Whitman, Madre Teresa di Calcutta,John Bunyan





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Photo by Khondker Nasif Akhter  http://www.flickr.com/photos/nasfizo/

Kant, Tiziano_Terzanie tanti altri senza fare proselitismo.
Il loro sentimento religioso non nasce dall’andare in chiesa o leggere la bibbia etc., ma da una grande gioia o da un immenso dolore. Quasi fosse una via per trovare una risposta all’enigma dell’esistenza Se esiste l'ispirazione inviata da un regno superiore, non possiamo escludere che il temperamento patologico fornisce la condizione principale della disposizione per riceverlo. Il mio dilemma, è che tutti quelli che conosco sono convinti che la religione sia un’impostura e Dio un’invenzione. Pero andando in fondo ci si accorge che Dio è stato solo sostituito e sinceramente non mi pare una gran cosa.La mia curiosità mi ha spinto ultimamente ad esplorare un campo per me sconosciuto “Il buddhismo” che non è una religione ma secondo me una riflessione filosofica che si propone, contemplando  comprendere quella comune condizione che è l’ esperienza umana.Si chiudono gli occhi e ci si volge all'interno , trascendendo tutte le illusioni mentali che la creano.Quando la forza dell’ anima opera così liberamente da separare un'onda dall'oceano delle sensazioni, le quali penetrano attraverso i sensi, così da trattenerla e volgere finalmente la nostra attenzione su di essa.
Eliminare riflettendo l’ondeggiante sogno delle immagini della vita delle cose che ci passano per la mente soffermarsi liberamente su noi stessi,  osservare con calma e considerazione, separarne alcuni contrassegni per conoscere vivamente e chiaramente tutte le nostre proprietà e le nostre capacità.
La meditazione in realtà, é un viaggio nell’ignoto,  ci fa comprendere la natura delle cose, il tutto . È affascinante. Non è la panacea ma val sempre la pena sperimentare.L’argomento è vasto, mi riprometto in futuro aiutato da amici ad affrontare il tema in un post dedicato.L’intervento è breve perché il blog si propone non di dare soluzioni ,ma solo un piccoli contributi al mistero o se si vuole una spinta al pensiero nuovo di ognuno di noi, ricordando sempre i propri limiti e soprattutto  che ”il dubbio è l’unica certezza’’.Il post è un "work in progress" potrebbe cambiare con l'arrivo di nuove ispirazioni.



Credo con umiltà che nessuno conosca la soluzione dell’enigma dell’esistenza,come l'enigma di questa canzone fuori di testa dei mitici Talking heads:La vita si muove nello spazio e nel tempo ed è un enigma la cui soluzione è fuori dallo spazio e dal tempo: lo dice l’irrequieto filosofo austriaco Ludwig_Wittgenstein, che sottolinea il concetto di «fuori». Trovare la soluzione, per finire con un sorriso.






And you may find yourself living in a shotgun shack
And you may find yourself in another part of the world
And you may find yourself behind the wheel of a large automobile
And you may find yourself in a beautiful house, with a beautiful
wife
And you may ask yourself-Well...How did I get here?
Letting the days go by/let the water hold me down
Letting the days go by/water flowing underground
Into the blue again/after the money's gone
Once in a lifetime/water flowing underground.
And you may ask yourself
How do I work this?
And you may ask yourself
Where is that large automobile?
And you may tell yourself
This is not my beautiful house!
And you may tell yourself
This is not my beautiful wife!......."Il non senso o l'enigma di questa canzone"



Miksocrate



mf

La paura dell'ignoto




Terremoto ,Parma, Via Mordacci.
La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell'ignoto
 (Howard Phillips Lovecraft)
Ogni paura è fondamentalmente orientata verso la morte. Qualunque sia la sua forma, la sua modalità, qualunque sia il suo aspetto, il suo nome, ogni paura è orientata verso la morte. Se vai in profondità, scoprirai di aver paura della morte. (Osho Rajneesh)

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foto in attesa di conf
Parma, 25/01/Via Mordacci .Una scossa tremenda e lunga . Ore 9.06 ,ero sotto la doccia il panico .nudo di fronte agli eventi .Fuga in strada. Per adesso a parte qualche crepa non si notano danni.Le persone anziane da aiutare i piccoli da portare fuori aspettiamo le verifiche e le comunicazioni dalla protezione civile.
Il terremoto di questa mattina alle 9 è stato sentito in tutto il nord Italia, l'epicentro secondo il sito americano più autorevole nel campo dei terremoti è tra Verona e Parma, quindi ai confini tra Veneto, Emilia e Lombardia, probabilmente nel Reggiano. Le news dicono a Brescello la terra di don Camillo. Secondo il sito dell'USGS americano. l'epicentro è a nord di Parma, sarebbe successo a 40 chilometri di profondità.Oggi pomeriggio 27/01 un’altra scossa alle 15,53  questa volta sono al lavoro.Epicentro Corniglio 60 Kilometri di profondità.Piano di evacuazione riuscito.(work in progress)


Camminare in città a piedi nudi


Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure
I.Calvino

photo by A.Navarro Tàppero


Premesso che:L’esistenza dell’umanità è solo un battito di ciglia rispetto alla storia della terra e che l’epoca moderna è solo una millesima parte della storia dell’umanità.
In questo momento della storia  le città sono solo luoghi di paura e delirio e alienazione.La città ideale non è un concetto nuovo . Al centro di un intenso dibattito nel Rinascimento, divenne uno dei grandi temi su cui si appuntò l'elaborazione teorica dell'arte e dell'architettura. A quei grandi temi la riflessione sulla città ideale era peraltro organicamente legata: la rinnovata affermazione della centralità dell’uomo .Ora quell’idea è superata si sente l’esigenza vitale di mettere la centralità della natura e costruire la città intorno. Conservare tutto ciò che è bello e ripensarlo in armonia con la natura. Un uomo diverso, più proiettato verso la meditazione interiore che verso il caos la velocità e la frenesia. Quando nel Rinascimento si pensò alla città ideale , s’immaginava più a un centro politico-commerciale con tutta la campagna intorno. Ora tutto ciò non esiste più giacché ” la campagna intorno” è sparita. La tecnologia può essere usata per ripensare le città,che dovrebbero essere un luogo dove si vive in armonia con la natura. Quello che appunto manca è la natura ormai si vive in un luogo di monocultura umana e le nostre cose, i nostri rumori, gli odori, i rifiuti . Il mio grande sogno riportare la natura nelle città. Mi chiedo:” È per questo che ci affanniamo tutti i santi giorni della nostra vita?”. Se dovessi costruire una nuova città ,sarebbe off-limits per le auto. Per le strade solo ,biciclette,e tolleranza zero verso i rumori. Nel lontano 1980 quando mi trasferì alle Seychelles per un po’ di tempo ospite del mio amico Riccardo ricordo ancora la meraviglia quando mi venne a prendere all'aeroporto di Mahe . A parte il clima ,la bellezza dei colori e il profumo quello che ho ancora vivido nella mente è che lui come la maggior parte degli abitanti fossero a piedi nudi – Camminare in una città a piedi nudi .-”Titti ma si può?”-“Mik Si deve”. Tolte le scarpe,come un bambino ritrovai il contatto con la madre terra,la sensazione di essere finalmente libero, non perché fossi scalzo ma per il semplice motivo che potevo entrare in qualsiasi luogo di quella città a piedi nudi e in braghette. Senza nessun limite.  È una delle esperienze più intense che ancora ricordo,nessuna opinione mi importava, avevo ritrovato la maniera per stare intimamente con la mia madre , sentivo che ogni passo aveva uno scopo,vivevo. Le mie scarpe finirono in un angolo dimenticate. Quando poi vidi La Digue un'isola fuori dal tempo, senza auto, il mio sogno divenne realtà. Solo le biciclette  come unico mezzo di locomozione,e carri trainati da buoi come taxi ricordo ancora il dolce rumore della catena della bici, le mie orecchie avevano finalmente lo scopo di esistere, il mio naso di respirare, i miei occhi liberi senza più incontrare gli orribili insediamenti umani. Tutto il mio essere insieme a far parte della meraviglia della natura,senza denaro la felicità cristallina di un ragazzo vivo, mentre mangiare, amare ,ridere e piangere  avevano finalmente un senso. Ora purtroppo tutto ciò non esiste più ,la globalizzazione si è mangiata tutto e i mitici Seycheloise son entrati purtroppo a far parte di quest’assurdo mondo.Un altro momento magico è stato quando sono ritornato ad Asmara . A Massawa, Un giorno durante una delle mie lunghe passeggiate a Gurgusum , una spiaggia lunghissima, mi sono accorto che camminando ero arrivato in un posto fuori dal mondo a destra il mare davanti e dietro  il nulla .Senza traccia di essere umano, una razza maculata si avvicino leggera alla riva come volesse comunicare e li in quel momento mi scatto la molla interna.



Amazzonia dream

Chazuta,San Martin Perù
6° 34’ 19” S
76° 07’ 50” O


RÊVER
Je vous souhaite des rêves à n'en plus finir
et l'envie furieuse d'en réaliser quelques uns.
Je vous souhaite d'aimer ce qu'il faut aimer
et d'oublier ce qu'il faut oublier.
Je vous souhaite des silences.
Je vous souhaite des chants d'oiseaux au réveil
et des rires d'enfants.
Je vous souhaite de résister à l'enlisement,
à l'indifférence, aux vertus négatives de notre époque.
Je vous souhaite surtout d'être vous.
Jacques Brel

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 Rumori della montagna

pubblicata da Steven Busignani

Nonostante l’ingrandirsi di nuvole dense e bianche come il latte e numerosi tuoni, il sole era tornato di nuovo al villaggio.




Sound night in Amazzonia video by S.Busignani

Le ventisei famiglie erano riunite in una grande capanna rotonda dal tetto di palma, doveva essere
qualcosa di importante visto che partecipavano alla riunione anche le donne.
Avevano deciso quell’incontro all’improvviso per alcuni fatti che interessavano la foresta.
-Già di ritorno?
Chiese vedendo arrivare Leo.
-Si, non sai che chiasso!
-Che succede?

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-Hanno deciso di cambiare capo villaggio. Roldan è troppo giovane per assumersi la responsabilità. 
L’anziano dei Chucandama ha deciso da solo di assumersi l’onere.
-Immaginavo qualcosa del genere visto che i Chucandama sono il clan più potente. Roldan
è un bravo uomo, ma anche secondo me è troppo giovane per quell’incarico.
-Io… lo stesso me ne sono andata, non sopporto quegli arroganti. Avevo voglia di parlare, ma ho avuto paura.




-Paura? E di che?
-Se avessi parlato, avrei detto cose con rabbia, offendendo di sicuro l’anziano, per cui mi sarei
pentita cosi me ne sono andata prima. Ma non ci voglio più pensare.
-Sto andando al torrente, ti accompagno.
I bambini pescavano imitando i grandi. Era la stagione secca, l’acqua bassa permetteva di avvicinarsi 
alle rocce facilitando cosi la cattura del Carachama una specie di pesce gatto che vive nascosto sotto
le pietre cibandosi sul fondale.
Il sole alto illuminava le chiome degli alberi e radi raggi di luce raggiungevano l’acqua del torrente 
illuminando il fondale e facendolo brillare come un metallo prezioso, il suono degli insetti si fece 
fortissimo, la riunione era finita, la gente stava tornando alle capanne.
Larry un bambino di otto anni nell’acqua ispezionava con un bastone una pietra poco distante.
-Hai visto come brilla la sabbia li? Brilla come l’oro.
Dissi facendogli notare quei bei riflessi.
- Che cos'è l’oro?
Rispose incuriosito Larry. Non aveva mai sentito quella parola.
Aquilino, un anziano arrivo nei pressi del torrente.
-Come è andato l’incontro? Ci sono novità?
Chiese curioso approfittando del momento

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-C'è qualcuno sulla montagna.
Disse, senza sembrare troppo convinto.
-Stanno rubando gli alberi?
Di solito sono i ladri di legname che si avventurano nel bosco senza il permesso del villaggio.
-No, quelli non arrivano lassù. Non ci sono sentieri poi sarebbe troppo faticoso farlo.
Guardammo impressionati verso la montagna che maestosa si alzava protetta dalla foresta.
-E' la casa dell’otorongo (giaguaro), si deve rispettare.
I nativi credono che lo spirito della foresta vive sulla montagna e se malauguratamente decidesse
di scendere ai villaggi porterebbe la morte.
Sembrava impossibile che qualcuno fosse arrivato fin lassù.
Alla riunione si era deciso di formare un gruppo di esploratori per andare a verificare quello che da giorni alcuni 
percepivano come un rumore sordo proveniente dalla montagna, sia stata la voce dello spirito della foresta?
I giovani volontari della spedizione si prepararono bevendo estratti di vegetali, cosi come facevano quando
partivano per la caccia. Le erbe li aiutano a sopportare la fame, la stanchezza e infondono loro vigore e coraggio.
Partirono in fila, ordinati ed in silenzio poco prima dell’alba.
Il torrente arriva dalla montagna, il villaggio è costruito in alto vicino all’acqua.

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L’acqua è vitale per il villaggio, serve per bere, per lavarsi, per pescare.
Al secondo giorno dalla partenza del gruppo dei giovani, una grande quantità di fango scese
dalla montagna trasformando l’acqua del torrente in melma rossa rendendolo inutilizzabile, ma al quinto giorno, dopo faticose
ricerche per trovare acqua potabile, tornò limpido e cristallino come prima. Qualcuno credeva che la storia dell’acqua fosse
dovuta alla montagna che si vendicava per essere stata profanata.
Presto scoprirono come andavano veramente le cose.
Una mattina, al villaggio arrivarono un gruppo di operai, tecnici , un ingegnere tutti indossando un casco protettivo da lavoro giallo di plastica.
Ci stringemmo curiosi attorno agli operai.
-Stiamo facendo prove e rilevamenti. Dobbiamo decidere dove passare con la strada e con i ponti.
Mentre parlava, gli operai con una bomboletta spray segnavano grandi alberi da abbattere che come condannati aspettavano in silenzio la propria sentenza.
Anche il villaggio si sentiva in qualche modo come quegli alberi, costretti a subire una volontà estranea, più forte.
-Una strada?
-Si una strada.
Rispose chiaro un caposquadra, mentre il ritmo della foresta muto d’accento per il passaggio di un elicottero che volava verso la montagna.
-Ci sarà una miniera lassù. Il governo ha già concesso l’autorizzazione.
Disse l’ingegnere segnando con il dito la montagna.
Quando i giovani tornarono al villaggio, la loro vita non sarebbe stata più quella di prima


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Steven Busignani

mf

Gli alieni sono già qui




Sono un alieno? I miei appunti schizzo di Mik Fedele alias Miksocrate

Mi sono imbattuto in questo video nel web ,una grossa la tentazione di condividerlo,solo che la cornice che lo ospitava non mi garbava, e voilà eccolo qui nel blog.Il mimetismo è affrontato in filosofia del linguaggio come arte nobile a differenza del trasformismo che è considerato negativo.La differenza è ovvia.Qui cercherò di affrontare non me ne vogliano i saggi in maniera leggera e dolce il mimetismo del linguaggio. L’amico Yonas ieri ha scatenato un fuggi fuggi citando il grande e intoccabile Ludwig Wittgenstein.
che si può riassumere in otto punti
1. Il mondo è tutto ciò che accade.
2. Ciò che accade, il fatto, è il sussistere di stati di cose.
3. L'immagine logica dei fatti è il pensiero.
4. Il pensiero è la proposizione munita di senso.
5. La proposizione è una funzione di verità delle proposizioni elementari.
6. La forma generale della funzione di verità è .
7. Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.
"Se una cosa può essere detta con le parole, allora può anche essere detta con parole semplici"Alla faccia provate a leggere le sue opere.
Ma Partiamo dallo zio Socrate:
Osserva Socrate che con il convenzionalismo vi potrebbe essere un continuo mutamento dei nomi, per capriccio o arbitrio di singoli, tale che si renderebbe impossibile qualsiasi comunicazione. Non va meglio per il naturalismo che Socrate chiama "mimetico", nel senso che pretende di sostenere che i suoni del linguaggio imiterebbero alcuni aspetti della realtà della cosa. Così ad esempio la lettera "l" ben si adatta a realtà "levigate", mentre la "r" a cose scorrevoli ("scorrere" in greco si dice rhein) e così via. Ma il mimetismo non è sostenibile: in primo luogo perché esso tutt'al più renderebbe alcuni particolari aspetti della cosa e non la sua interezza e poi, anche se questa coincidenza perfetta di nome e realtà poi avvenisse veramente, si renderebbe impossibile ogni sapere, non potendo più distinguere tra il nome e la realtà. In secondo luogo il mimetismo è messo in dubbio dallo stesso linguaggio quando ad esempio utilizza la stessa lettera "l" per dare conto di realtà niente affatto "lisce" come la parola sklérotes che vuol dire "durezza".L'imitazione del bello della natura o si volge a un singolo oggetto oppure raccoglie le osservazioni fatte su diversi soggetti e le mette insieme su uno solo. La prima si chiama copia, simile, ritratto... La seconda invece è la via che porta al bello universale e alle figure ideali, ed è quella che hanno seguito i greci (J. Winckelmann,1756) Mimesi viene dalla parola greca μίμησι(derivata a sua volta dal verbo μιμεîσθαι), che significa imitazione. In particolar modo ci si riferisce all'imitazione della realtà e della natura che è il fondamento, secondo l'estetica classica, della creazione artistica.





 Ogni forma d'arte sarebbe così un'attività di mimesi

mi sono riletto un po' di appunti giovanili. L'unico che mi ha convinto sulla filosofia del linguaggio a parte Socrate è Jacques Lacan che riesce a fare un mix tra psicanalisi e filosofia riuscendo nel complesso a soddisfare la mia illusione di sapere anche se la vedo dura come diceva Socrate "una via senza uscita".Ludwig Wittgenstein è fantastico devo avere in giro ancora i miei appunti "come spiegare LW a un bambino" mi riprometto di cercarli.Per Nevio credo che tutto parta nel capire se un cosa ha un nome quindi "esiste" e se non ha un nome non esiste .Quesito filosofico dei più ostici, si sono cimentati tutti i grandi. Ma se io l'oggetto lo vedo,ma non ha un nome, esiste?.Come vedi la situazione è complessa.Dunque, il linguaggio non può spiegare se stesso. Io non ti posso insegnare il tigrino parlandoti solo tigrino. Devo accompagnare le parole con azioni e oggetti, in modo che tu colleghi il sistema verbale alla realtà.
Per esempio, se sollevo un gatto e dico "Gino", la prossima volta che io dirò "Gino" tu penserai ad un gatto.
 Ma se io ti ripetessi "Billy" all' infinito, tu mai e poi mai potresti collegarlo al giusto concetto. (in questo caso il "cane")
Intuitivamente, se io dicessi che Socrate è dotato di caratteristiche positive, e l'esistenza è caratteristica positiva, allora avrei dimostrato che Socrate esiste. In realtà ho solo immaginato un modello in cui, se questo ipotetico Socrate esistesse, sarebbe esistente. Dunque non ho dimostrato nulla, né ho aggiunto o tolto nulla alla effettiva esistenza di Socrate


Nel video si nota la massima espressione del mimetismo nel linguaggio universale. Mi sto incartando,mollo,e solo per stimolare la vostra curiosità .Sono studi complessi " se una cosa può essere detta con le parole, allora quella cosa può essere detta con parole semplici" est  facile a parole, lascio volentieri la palla a Yonas. Per quel che riguarda Jacques Lacan, (Parigi 13 aprile 1901 - 9 settembre 1981) psichiatra e filosofo francese nonché uno dei maggiori psicoanalisti,la comprensione del desiderio passa attraverso l'oggetto inattingibile che costituisce la Cosa e che procura l'insoddisfazione perpetua del desiderio. 
Chi è sottoposto all'analisi cerca qual è l'oggetto del desiderio cioè la sua interezza ontologica. Essendo il linguaggio un cerchio chiuso, il soggetto non giunge mai a comprendere il significato dei simboli che lo costituiscono.
Ora chi subisce l'analisi pensa che l'analista sarà capace di rivelargli il significato simbolico dei suoi desideri che egli esprime attraverso il linguaggio, pensa che egli sia Il Grande Altro che detiene la chiave del linguaggio. Lacan pensa che l'analista debba far scoprire che il Grande Altro non esiste e che non c'è nessun significato, il suo ruolo è dunque quello di fare riconoscere la "mancanza d'essere".
Socrate, secondo Lacan, è dunque questo "analista" che attraverso i suoi dialoghi cerca la definizione del senso delle cose. Alcuni credono da quel momento che egli possa avere accesso al Sommo Bene (come chi è sottoposto ad analisi crede che l'analista possieda le chiavi del linguaggio) mentre i dialoghi socratici sono puramente aporetici (senza via d'uscita). Socrate mette gli interlocutori di fronte alle proprie contraddizioni, egli li spinge a riflettere sulle proprie concezioni affinché siano coerenti. La sua posizione antidogmatica non permette il passaggio verso nessun sapere, si tratta al contrario di far capire che nessun sapere è possibile né accessibile tramite il linguaggio.
È questo lo scopo dell'analista, fa capire a chi è in analisi che l'oggetto finale del desiderio, nella rappresentazione simbolica del linguaggio, non è né conoscibile né accessibile.Sono forti questi filosofi.

testi consultati per chi “volesse approfondire”
Caterina Marrone, I segni dell'inganno. Semiotica della crittografia,
Cfr. Mark Buchan, A Companion to Socrates,
Ludwig Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus
Jacques Lacan e il trauma del linguaggio

Miksocrate


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